L'Istruttoria è Chiusa: Dimentichi - 1971

Anno: 1971
Regista: Damiano Damiani
Casa di produzione: Fair Film
Paese di produzione: Italia

CAST
Franco Nero: Vanzi
Georges Wilson: Campoloni
John Steiner: Biro
Riccardo Cucciolla: Pesenti
Ferruccio De Ceresa: direttore del carcere
Luigi Zerbinati: Zagarella
Enzo Andronico: avvocato di Pesenti
Claudio Nicastro: Salvatore Rosa
Corrado Solari: Crotta

ATTENZIONE: SPOILER!

Quando si parla di poliziottesco all'italiana, è d'obbligo menzionare quel genio incompreso di Damiano Damiani, già autore di Indagine su un Cittadino al di Sopra di Ogni Sospetto (1970), già autore di un Oscar al miglior film straniero.
Ma andiamo con ordine, prima di essere felice di recensire un suo film.

Siamo nel 1971, dove il cinema italiano ha già subito un leggero picco dei polizieschi nel 1968, grazie al documentario di Carlo Lizzani sulla banda Cavallero, che insanguinò le strade di Milano ad inizio autunno 1967. Così il filone riesce a sopravvivere grazie al dramma politico di Damiano Damiani, riuscendo a trovare l'anno seguente la completa indipendenza dal poliziesco all'americana, con La Polizia Ringrazia di Stefano Vanzina.

In attesa di un giudizio, l'architetto Vanzi finisce in prigione con l'accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso, in seguito a un incidente stradale. 
Una volta dentro vivrà sulla propria pelle l'esperienza del carcere, dovendosi districare tra i metodi repressivi delle guardie, la violenza dei compagni di cella e le amicizie sincere e non. Finirà coinvolto in un complotto ai danni di un testimone scomodo alla criminalità organizzata, fatto passare per suicidio, con la complicità delle guardie.
Per qualche tempo, Vanzi tenterà di far conoscere la verità, ma alla fine, rendendosi conto che la propria liberazione è condizionata dall'acquiescenza, finirà con l'avvallare la tesi del suicidio del compagno di cella.

La trama di Damiani si sviluppa all'interno di una prigione (non un poliziottesco, ma un dramma carcerario) in cui un uomo innocente viene trattenuto con l'accusa di omicidio e sarà costretto a cambiare le sue convinzioni ed adattarsi alle dure leggi del carcere. 
Praticamente è una metafora della nostra società, in cui le scelte di agire, secondo la morale, arrivano spesso a un prezzo che non potremmo essere pronti a pagare. Alla fine, la scelta più facile è "dimenticare". Inevitabilmente, i pochi coraggiosi che scelgono di stare dalla parte giusta, si ritroveranno soli e ne pagheranno il prezzo.


Riassunto delle gravi situazioni sociali di quel periodo storico. A metà strada tra il non troppo complicato e non troppo facile.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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