Perros Callejeros II: Busca y Captura (Cani Randagi II: Cerca e Cattura) - 1979

Anno: 1979
Regista: José Antonio de la Loma
Casa di Produzione: Zodiaco Films
Paese di produzione: Spagna

CAST
Angel Fernandez Franco: El Torete
Teresa Giménez: Charo
Reyes Poveda: Tony
José Febles: El Chino
Raul Ramirez: Fernando
Agusti Villaronga: Vicente
Pep Corominas: El Pijo
Verònica Miriel: Verònica
Bernard Seray: El Vaca
Florencio Calpe: El Juez
César Sanchez: El Choto
Carlos Lucena: Inspector Jefe
Isabel Mestres: Mari Carmen
Amparo Moreno: La Fina
Grace Renat: La Chelo

ATTENZIONE: SPOILER!

Secondo film della trilogia di José Antonio de la Loma, ancora più forte del primo, che stavolta si concentra sul lato drammatico della vita di questi delinquenti da strada.
Partiamo subito, senza nessun indugio.

Siamo nel 1979, dove il nostro genere è vicino al suo esaurimento, dato che registi come Stelvio Massi giravano a getto continuo, non curandosi di come sarebbero potuti uscire i suoi films (Speed Driver e Speed Cross rappresentano la caduta di stile del regista). Umberto Lenzi creò l'ultima opera di questo genere: Da Corleone a Brooklyn (1979), e Castellari fece uscire l'ultima opera del genere l'anno dopo, con Il Giorno del Cobra (1980).
Nel frattempo, in Spagna nasceva il cine quinqui, che, come già citato in una recensione precedente, è un genere che si basa su dei giovani delinquenti provenienti da una bassissima classe sociale, che cercano in ogni modo di farsi una vita migliore, non fermandosi davanti a nulla. Neanche su omicidi, scippi e sparatorie.

Un poliziotto di nome Fernando, prova molto rancore verso El Torete, dato che il ragazzo lo investì con un auto, lasciandolo zoppo.
Così, El Torete viene accusato ingiustamente di aver partecipato all'omicidio di un impiegato di un distributore di benzina, per poi essere condotto in carcere.
Dalla prigione, anche grazie ai suoi amici, ricostruisce i fatti che poi saranno il suo alibi; ma dovrà subire le conseguenze della vita carceraria nel carcere di Barcellona (La Modela), anche un terribile ammutinamento.

Povertà, miseria e discriminazione possono essere osservati insieme alla prostituzione e alla vita dietro alle sbarre d'acciaio. Questo film è abbastanza brutale e ha uno sguardo molto esplicito sulla realtà che la società sia di ieri che di oggi, ignora completamente.
José Antonio de la Loma riprende le caratteristiche del primo film della trilogia: inseguimenti, gare automobilistiche, sparatorie, cazzotti e scazzottate. Ma gli scenari e la violenza del film aumentano a dismisura, e ciò non migliora la qualità della pellicola.
Se vi piace il genere musicale cubano della rumba, è obbligatorio ascoltare la canzone sui titoli di coda del film, denominata Soy un Perro Callejero.

Questo piccolo capolavoro del cinema spagnolo non è mai uscito dai suoi confini, ma almeno abbiamo avuto l'onore di recensirlo in lingua italiana.
Se avete uno stomaco robusto, vi consiglio la visione del film, data la pesantezza di alcune scene...
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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