Sbirro, la Tua Legge è Lenta... la Mia... No! - 1979

Anno: 1979
Regista: Stelvio Massi
Casa di produzione: 3C Cooperativa Cinematografica Conero
Paese di produzione: Italia

CAST
Maurizio Merli: commissario Paolo Ferro
Mario Merola: Raffaele Acampora
Carmen Scarpitta: sorella di Ferro
Francisco Rabal: don Alfonso
Nando Marineo: Arrigo
Massimo Dapporto: Stefano
Matilde Ciccia: Eva Stefani
Massimo Mirani: Paolo
Francesco Salvi: poliziotto in auto

ATTENZIONE: SPOILER!


Siamo nel 1979, in una fase in cui il poliziottesco è in piena implosione, data l'immensa voglia di farla finita con le armi, all'epoca. Il filone era vicino al suo esaurimento, data la mancanza di idee per farlo continuare... come è già accaduto nello stesso modo dei cinepanettoni: mancanza di idee, filone terminato e sepolto nel dimenticatoio.
Umberto Lenzi aveva già capito che tale filone stava per terminare, rilasciando così la sua ultima opera del genere, Da Corleone a Brooklyn, proseguendo per il genere horror.

Il film si apre con un prologo alla Milano Calibro 9, senza dire nulla il film ci dice che un sicario è stato assoldato per uccidere un tale professor Guidi, amministratore delegato della fittizia Società Immobiliare Meridionale. 
Così, il commissario Ferro (in servizio all'Interpol a Parigi), viene richiamato in Italia, per una serie di omicidi di finanzieri ed avvocati di cui si sospetta la matrice mafiosa.
Ferro capisce all'istante che si tratta di una serie di assassinii su commissione in quanto uno delle vittime, proprio il professor Guidi, è un personaggio legato alla malavita. A tutto ciò, si aggiunge anche il dramma personale per la morte del nipote Stefano, ormai nel giro della droga e deciso ad uccidere il zio commissario... ma alla fine di questo minestrone, Ferro riesce a trovare il colpevole: Acampora. Il suo attentato è stata una messa in scena; ma non può provarlo, dato che i testimoni sono tutti defunti. Per la legge, quindi, le prove non ci sono ma ci penseranno le leggi mafiose ad uccidere Acampora...

Uno dei pochi casi in cui il male non viene sconfitto dal bene, ma dal male stesso. 
Merli si è adattato al suo ruolo come un guanto, come al solito, e Merola cerca di "eccellere" come un mafioso violento e crudo. Tutto è presente e (quasi) corretto, nel caso di Merli: inseguimenti in auto, sparatorie gratuite in slow-motion e pugni reali.
Il finale è stato quasi deboluccio, dato che conoscendo Mario Merola, cantava al termine di ogni opera cinematografica napoletana, costringendo lo spettatore a rimanere anche nei titoli di coda. Ma la cosa che salta subito all'occhio in questo film, è il modo in cui Massi riesce a rendere interessante ogni momento della pellicola, dato che non lascia alcuna tregua. Prodotto riuscito davvero bene, dato che non mi stanco mai di rivederlo.


In patria, il film è stato riedito con il titolo di Poliziotto Ribelle, titolo con il quale è uscito in VHS per la Eureka e in DVD per la Hobby&Work.
All'estero passò con il titolo anglofono di Hunted City.

Una pellicola che vacilla tra la mediocrità e il buonsenso, ed è perfetta per chi vorrebbe vedere un film pieno di azione e di scene senza tregua. Specialmente in una serata monotona.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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