[Flopiziesco #2] La Polizia Ordina: Sparate a Vista - 1976
Anno: 1976
Regista: Giulio Giuseppe Negri
Casa di produzione: Fokus
Paese di produzione: Italia, Turchia
CAST
Beba Loncar
Irfan Atasoy: Tony Tiger
Gordon Mitchell
Cesare Nizzica
ATTENZIONE: SPOILER!
Ancora una produzione italo-turca, ma più fitta e nebbiosa, dato che altri partecipanti alla pellicola sono rimasti ancora anonimi. E' stata un'impresa titanica vedere e sopravvivere allo scempio di questo film, tra luoghi comuni del noir/poliziesco e la trasandaggine del regista che delle comparse nel film... e il film è tratto dal suo (presunto) omonimo romanzo, che non si sa quando e dove sia uscito.
Siamo nel 1976, in un'epoca in cui il cinema italiano vide toccare l'apice dell'operato del poliziesco. Martino Girolami girò il finale della trilogia del commissario Betti, Italia a Mano Armata, di un notevole successo all'epoca. Enzo Girolami gira Il Grande Racket, definito dai critici dell'epoca come un film "fascista", ma ai nostri tempi rivalutato e definito un cult movie. Ma il film che andrò a recensire non ha avuto successo né all'epoca, né merita una positiva valutazione. E' una delle poche pellicole che meriterebbe di rimanere nell'oblio in cui risiede, oppure visionarla per ridere delle stramberie involontariamente trash al loro interno.
Una improbabile banda di ladri (che sembrano più dei ladri usciti dalla mente di Mel Brooks), guidata dal cattivone trasandato Gordon Mitchell, si addestra per rubare delle preziosissime statuette d'oro del Buddha. Coinvolgono un giornalista con l'hobby dell'ipnosi, Tony Tiger. Che però effettua un record di doppiogi... ops, QUADROGIOCHISMO: lavora per la banda, per il suo giornale, per la polizia e sé stesso! E non mancano diverse donne che gli orbitano intorno, Beba Loncar, la fidanzata di Mitchell, Figen Han, una collega fotografa del giornale non meglio precisata e Birtane Gungor, sorella di Tiger.
L'atmosfera della pellicola è letteralmente spartana. Cast TUTTO turco (anche se nei titoli di coda vi sono dei nomi italiani fasulli, forse per motivi fiscali?), all'infuori della Loncar e di Mitchell.
Una improbabile banda di ladri (che sembrano più dei ladri usciti dalla mente di Mel Brooks), guidata dal cattivone trasandato Gordon Mitchell, si addestra per rubare delle preziosissime statuette d'oro del Buddha. Coinvolgono un giornalista con l'hobby dell'ipnosi, Tony Tiger. Che però effettua un record di doppiogi... ops, QUADROGIOCHISMO: lavora per la banda, per il suo giornale, per la polizia e sé stesso! E non mancano diverse donne che gli orbitano intorno, Beba Loncar, la fidanzata di Mitchell, Figen Han, una collega fotografa del giornale non meglio precisata e Birtane Gungor, sorella di Tiger.
L'atmosfera della pellicola è letteralmente spartana. Cast TUTTO turco (anche se nei titoli di coda vi sono dei nomi italiani fasulli, forse per motivi fiscali?), all'infuori della Loncar e di Mitchell.
Dove sarebbe tutta questa azione promessa dal film?
Lo speravamo tutti, ma il massimo a cui possiamo assistere sono delle facce equivoche (tutte con basette e baffi), delle scazzottate che sembrano ricostruite con la computer grafica, dei poliziotti che hanno in dotazione dei mitra con una singola munizione, da ricaricare continuamente.
I dialoghi sono pura letteratura, alla pari di uno scritto dantesco, che non ci penseranno due volte a stimolare il sonno e la noia nello spettatore. Non sono abbastanza rari i momenti di trash/comicità involontaria, dovuti al fantasmagorico montatore Luigi Batzella e al regista del film, che qui si presenta con lo pseudonimo di Jerry Mason.
Nonostante il film sia girato completamente a Istanbul, i personaggi hanno dei nomi anglofoni e le strade hanno nomi italiani... tentativo di americanizzare il film? Credo di sì.
La trama è come un labirinto alla Teseo, devi indovinare cosa stiano facendo nella pellicola, dato che nella seconda metà non si riesce a capire chi fa' cosa e perché.
Sorvoliamo le musiche. Il regista poteva sfruttare questa occasione di fare un poliziesco in salsa turca, con un aggiunta di magnetismo esotico (dovuta all'ambientazione a Istanbul), una dose rincarata di scazzottate, sparatorie, inseguimenti, e poteva diventare uno dei capolavori del poliziesco all'italiana. Anche qui provo un fastidio per i soldi buttati in questa pellicola poco motivata.
La Alan Young Pictures, che per prima ebbe il coraggio di riesumare ed editare questa pellicola (poi ci ha messo lo zampino anche la Federal, che vende tutt'ora su eBay tale edizione restaurata), definisce tale scempio come "deliziosamente delirante". Un dolce avvertimento per prepararvi all'uragano di trash involontario del film, insomma.
Buona fortuna nella visione di questa pellicola, sempre se riuscite a guardarla.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!
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