[Speciale 100° Recensione] Concerto per Pistola Solista e Troppo Rischio per un Uomo Solo - 1970/1973

 

Anno: 1970
Regista: Michele Lupo
Casa di produzione: Jupiter Generale Cinematografica
Paese di produzione: Italia, Inghilterra

CAST
Anna Moffo: Barbara Worth
Gastone Moschin: sergente Aloisius Thorpe
Ida Galli: Isabelle
Lance Percival: ispettore Grey
Peter Baldwin: Anthony Carter
Christopher Chittell: Georgie Kemple
Quinto Parmeggiani: Lawrence Carter
Giacomo Rossi Stuart: Ted Collins
Beryl Cunningham: Pauline Collins
Marisa Fabbri: Gladys Kemple
Richard Cardicot: avvocato Caldicot
Harry Hutchinson: il giardiniere Harry
Ballard Berkeley: il maggiordomo Peter
Franco Borelli: ospite
Orchidea De Santis: cameriera
Robert Hundar: cameriere

ATTENZIONE: SPOILER!

Michele Lupo era un uomo di talento, è senza dubbio.
Sappiate che è un giallo per la maggior parte composto da risate, quindi non aspettatevi sangue e sesso, ma è talmente ben fatto e presentato che l'intera cosa è una delizia da gustare, anche per i palati più esigenti del cinema.
Pellicola che merita di essere vista per la presenza di Gastone Moschin, nonostante sia doppiato in un modo improbabile...

Il film si apre su un campo da golf, dove un gioco tranquillo viene interrotto dalla scoperta di una mano che spunta da una sabbiera. Si capisce subito che il maggiordomo non lo ha fatto perché, contrariamente alla norma, è il primo ad andarsene! Passiamo subito alla lettura del testamento di Henry Carter, appena deceduto, che crea qualche scompiglio, poiché l'eredità è destinata a Barbara, l'adorata nipote che è stata compagna assidua del duca nei suoi ultimi anni.
Immediatamente si scatena una guerra contro la nipote, verificandosi nei giorni dopo degli omicidi a catena su cui indaga Scotland Yard insieme all'ispettore Grey e del sergente Thorpe. I residenti cominciano a mostrare il loro lato nascosto, insieme ad alcune relazioni torbide sotto quell'unico tetto. Vengono a galla anche debiti e vite spericolate, e si segnala in particolare Georgie per disturbo della personalità, ossessionato dalla opprimente madre Gladys, nonché attratto anche dalla cameriera De Santis.
Alla fine, quel sergente all'apparenza innocuo e goffo, si rivela essere più intelligente di tutti quelli che nelle classi superiori lo squadrano dall'alto verso il basso: l'assassina è la stessa Barbara (stranamente sopravvissuta a quella sequela di omicidi), il testamento è fasullo ed è stato modificato a suo piacimento, e sono stati assassinati tutti coloro che potevano intralciare i piani di Barbara, non ultima Isabelle, la vecchia fiamma di Anthony mai sopita.
Il caso è finalmente chiuso, ma quando i poliziotti si allontanano dalla villa vedono Georgie a terra pugnalato non intendono sapere se fosse stato uno scherzo o un nuovo delitto, e si allontanano velocemente, recandosi verso Londra, dove l'ispettore ha promesso di portare il sergente.

Concerto per Pistola Solista è uno dei gialli più difficili da trovare, e lo trovo abbastanza incredibile, data l'atmosfera totalmente british (riuscitissima, per un regista italiano) e la trama misteriosa che asfalta i clichés dei gialli di Agatha Christie, essendo strutturato in stile "Dieci Piccoli Indiani". Alcune volte la pellicola sfonda la quarta parete con lo spettatore per invitarlo a cercare di risolvere il caso, senza farlo capire.
L'espressione di Gastone Moschin per tutto il tempo non ha prezzo, ulteriore dimostrazione che un poliziotto fatto spacciare per "idiota" da alcuni suoi colleghi non è sempre ciò che sembra. Qui ci dimostra le sue capacità comiche, ancora prima di diventare famoso con Milano Calibro 9 (1972).
L'accuratezza di ogni personaggio, l'humour, un cast che non è mai sceso verso il negativo, le musiche di Francesco De Masi rielaborate dalla musica classica di Chaikovskij rendono la pellicola gradevolissima da guardare, anche a chi non piace il genere del giallo.
Nonostante ciò, non si sono fatti mancare alcuni problemi di trama, poiché l'attenzione non è sempre sul mistero e gli scambi tra i membri della casa sono spesso ridondanti e non pertinenti al tema centrale. Il resto del cast di supporto è a malapena memorabile; e sebbene nessuno di loro abbia messo in scena prestazioni negative, non c'è nemmeno un vero stand-out.
Questa pellicola riassume le ragioni per cui i gialli/poliziotteschi italiani prodotti tra la fine degli anni '60 e gli inizi degli anni '80 sono tra le mie pellicole preferite. Quando il cinema di genere italiano respirava anche al di fuori dalla propria patria.

La pellicola è stata distribuita all'estero con il titolo di The Weekend Murder, richiamando l'ironia e l'inquietudine che si respira nella pellicola...
In tema britannico, non mi sono lasciato sfuggire anche un'altra pellicola più accattivante e più movimentata... restate ancora seduti e godetevi la prossima recensione!


Anno: 1973
Regista: Luciano Ercoli
Casa di produzione: Cinecompany
Paese di produzione: Italia, Inghilterra

CAST
Giuliano Gemma: Rodolfo "Rudy" Patti
Susan Scott: Mina
Venantino Venantini: Piero Albertini
Michael Forest: Brauner
Stella Carnacina: Eva
Mario Erpichini: Mitridates
Glauco Onorato: Grossmann
Giancarlo Zanetti: Donald
Carlo Gentili: ispettore Forest
Isabelle Marchall: Isabelle
Christa Linger: Ingrid
Hansi Linder: Helga
Margherita Horowitz: cameriera di Rodolfo

e di nuovo... ATTENZIONE: SPOILER!

Thriller irregolare e troppo lungo, ma generalmente divertente, con molta azione ed acrobazie come si addice al titolo della pellicola. Non è troppo forzato come gli spaghetti-western dello stesso periodo, ma è bilanciato da omicidi e inseguimenti in auto di prim'ordine alla fine.


La famosa star di culto Gemma è un campione di auto da corsa miracolosamente sopravvissuto a un incidente e mentre ha incaricato Venantini di riparare la sua vettura da Formula Uno, è fuori con la sua ragazza Scott per "calmarsi", nel senso di addormentarsi a casa della ragazza. Si risveglia nel bel mezzo di una festa piena di sconosciuti e qualcuno droga la sua bevanda, dopodiché un suo compagno lo riaccompagna a casa sua a bordo di una Volkswagen rosa. Quando si risveglia, scopre che la sua vettura è scomparsa, ha un vuoto di memoria e la polizia lo incrimina poiché sospettato di aver ucciso la propria ragazza nel suo letto. Così viene arrestato e condotto in carcere.
Riesce a fuggire dal carcere e setaccia Londra alla ricerca della sua auto scomparsa (dove vi sono nascoste delle droghe); il suo meccanico viene picchiato per averlo aiutato a farlo evadere, Gemma si nasconde nella villa di un vecchio amico, scoprendo che l'assicuratore che aveva offerto i suoi servizi non solo era in combutta con Scott, ma è dietro all'intera faccenda! Quando la donna aveva cercato di fare il doppio gioco vendendo la droga a un concorrente greco, la fece tacere e ha incastrato Gemma per questo.

Vi è molta commedia, essendo una pellicola ascrivibile al genere thriller.
Se non si hanno molte pretese, ci si riesce a rilassare e si apprezza il tono volutamente leggero e scanzonato delle disavventure di Gemma. Peccato che fa' un po' male al cuore vederlo fumare come una ciminiera...
Purtroppo non è ai livelli della tensione che lo spettatore cercava nei gialli all'italiana nei primi anni '70, a causa della non riuscita comnistione con altri generi (poliziesco, commedia, thriller). Una trovata geniale come l'esplosione all'interno di una serra in cui miracolosamente sopravvive Gemma, diverse presenze di culto, l'inseguimento finale con la Fiat 127 da pubblicizzare a mani ammanettate (da incorniciare), ma ciò non basta per renderlo un prodotto appena una spanna al di sopra dei poliziotteschi/gialli dell'epoca. L'unica tensione riscontrabile nel film è quando Gemma ritrova la sua auto in un parcheggio.
Luciano Ercoli lascia sempre il suo segno su qualunque genere lavori, anche se non sono del tutto sicuro di quale sia il suo segno.

La pellicola passò all'estero con il nome fuorviante di The Magnificent Daredevil, ma nei paesi ispanofoni arrivò col titolone di Demasiado Riesgo para un Hombre Solo, identico al titolo italiano del film.
Grazie a tutti voi spettatori del blog per contribuirlo a rimanere attivo!
Grazie per averci seguito fino a questo speciale, dando visibilità a pellicole che meritano di essere recuperate e altre che meritano di restare sepolte.
Grazie anche al mio collega Mr. D. Pivot, che apre una finestra sul mondo del cinema muto e sonoro antecedente al secondo conflitto mondiale.
Grazie anche a chi pubblica cotanto materiale di culto fruibile liberamente da ogni internauta presente su piattaforme video come YouTube.

Quindi, come sempre... ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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