Il Giustiziere Sfida la Polizia (Una Libelula Para Cada Muerto) - 1974
Anno: 1974
Regista: Leon Klimovsky
Casa di produzione: Profilmes
Paese di produzione: Spagna
CAST
Paul Naschy: ispettore Scaporella
Erika Blanc: Silvana Scaporella
Angel Aranda: Edmundo
Maria Kosti: Ingrid
Ricardo Merino: amico d'affari di Edmundo
Susana Mayo: Claudia Volpini
Eduardo Calvo: un professore
Mariano Vidal Molina: commissario di polizia
José Canalejas: Ruggero
ATTENZIONE: SPOILER!
Quando un poliziesco spagnolo cerca di imitare quello italiano, c'è ben poco da fare. Mentre noi eravamo impegnati con il successo di Umberto Lenzi in Milano Odia e con il debutto di Stelvio Massi con Squadra Volante, un regista spagnolo sconosciuto fuori dal suo paese prende esempio dal nostro genere, prendendone i punti migliori (scazzottate, sparatorie e morti). Per gli appassionati di Paul Naschy è stato come improvvisarsi Indiana Jones, dato che il film è inedito in DVD, ed è stato distribuito in VHS agli inizi degli anni '80 dalla Video Unlimited con la versione integrale, tutt'ora ricercata dai collezionisti del genere. Nonostante sia così raro da trovare, non aspettatevi di vedere un giallo appena sopra la media del genere...
La pellicola soffre di una mancanza di idee e di clichés che dopo diversi minuti diventano evidenti, ma nonostante questo difetto evidente, lo spettatore riesce a tenersi concentrato sul film grazie al modo con cui viene gestita l'indagine sul killer.
Dopo l'apertura con un delitto talmente estroverso da risultare elegante, il film si immerge in un'atmosfera noir costellata di colori sbiaditi e consumati per mostrare la decadenza irreversibile di Madrid (fatta spacciare per Milano, ancora più improbabile con la presenza di Naschy ed Erika), tant'è che addirittura i neonazisti girano tranquillamente in pubblico! La pellicola mostra anche il suo lato rudimentale con tanti litri di pomodoro per gli omicidi, e il nudismo involontario di Erika Blanc. Il film prende ispirazione dai thriller di Dario Argento, specialmente con le musiche preoccupanti quando appare il killer. Paul Naschy riesce varie volte a essere al centro della narrazione, ma Erika gli strappa il posto diverse volte; alcune scene in cui Naschy indaga vengono introdotte per includere scene di combattimento e di nudo per portare avanti la trama.
Mantenendo l'attenzione fuori dagli omicidi e più sulle indagini, Leòn ha perso l'occasione di fare l'unico (probabile) poliziesco spagnolo di successo all'estero, dato che l'idea era ottima ma è stata realizzata a metà strada tra l'arbitrario e il mediocre. Esempio lampante è l'identità dell'assassino che non convince molto, dato che il suo movente è arbitrario quanto l'identità del maniaco.
In sintesi, pellicola passabile ed accettabile per l'aria di culto e per l'ambientazione bizzarra, ma non al di sopra della media dei gialli di quel periodo. Consiglio caldamente la visione a chi è appassionato del genere.
Mantenendo l'attenzione fuori dagli omicidi e più sulle indagini, Leòn ha perso l'occasione di fare l'unico (probabile) poliziesco spagnolo di successo all'estero, dato che l'idea era ottima ma è stata realizzata a metà strada tra l'arbitrario e il mediocre. Esempio lampante è l'identità dell'assassino che non convince molto, dato che il suo movente è arbitrario quanto l'identità del maniaco.
In sintesi, pellicola passabile ed accettabile per l'aria di culto e per l'ambientazione bizzarra, ma non al di sopra della media dei gialli di quel periodo. Consiglio caldamente la visione a chi è appassionato del genere.
La pellicola passò anche in Francia con il titolo tradotto in Une Libellule Pour Chaque Mort, nonostante l'impervia distribuzione nei cinema italiani...
Anche se appartiene al giallo, la fuga sulle montagne russe assicura il film nella commedia, e difficilmente finirà nel dimenticatoio.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!
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