Ogro - 1979
Anno: 1979
Regista: Gillo Pontecorvo
Casa di produzione: Vides Cinematografica, Action e Sabre Film
Paese di produzione: Italia, Spagna, Francia
CAST
Gian Maria Volonté: Ezarra
Eusebio Poncela: Txabi
Angelina Molina: Amaiur
José Sacristàn: Iker
Saverio Marconi: Luken
Nicole Garcia: Karmele
Féodor Atkine: José Maria "Yoseba" Uriarte
ATTENZIONE: SPOILER!
La pellicola era già in fase di sceneggiatura nel 1976, ma a causa delle indecisioni del regista uscì in forte ritardo, rispetto agli avvenimenti del 1973 relativi all'attentato di Carrero Blanco a Madrid. Il film si basava sulle interviste ai responsabili di tale attentato, scritte in un libro di Eva Forest (incarcerata per tre anni nelle prigioni franchiste), che non apprezzò il risultato finale del film, accusando il regista di moderatismo. Pontecorvo ha fatto passare il messaggio che l'attentato avesse avuto il silenzioso sostegno del partito franchista, ma Ugo Pirro (sceneggiatore di Indagine su un Cittadino al di Sopra di Ogni Sospetto [1969] e di A Ciascuno il Suo [1967]) voleva rimanere fedele ai racconti degli attentatori. Nel 1978 avvenne il rapimento di Aldo Moro, quindi il film ritardò ancora ad uscire nelle sale, data la paura per le speculazioni politiche del film tra il terrorismo basco e quello italiano, facendolo apparire come un appoggio silenzioso anche alle Brigate Rosse. Addirittura il produttore del film, Franco Cristaldi, nel giorno in cui sequestrarono Moro criticò pesantemente il regista, affermando il cosa farne del film, dopo ben tre anni di contenimento.
Per dirla breve, il film descrive l'attentato, noto come Operaciòn Ogro (Operazione Orco), del 20 dicembre 1973 all'ammiraglio Luis Carrero Blanco, presidente del governo spagnolo durante il franchismo, da parte dell'ETA.
Per dirla lunga, il piano fu messo a punto da quattro uomini. Costoro, sotto le finte spoglie di funzionari di banca, si installarono a Madrid e studiarono il piano, che in un primo tempo prevedeva il rapimento di Blanco nella chiesa in cui si recava tutte le mattine. Tenuto in ostaggio dai rapitori, il governo avrebbe dovuto rilasciare 150 prigionieri politici baschi in cambio della sua liberazione. Il piano cambiò quando Blanco diventò presidente del governo: dato che le misure di sicurezza intorno a lui si erano moltiplicate, si decise di eliminarlo. I quattro attentatori vengono descritti dal regista nei loro pensieri e nei loro atteggiamenti otto mesi prima dell'attentato, nonostante le difficoltà scavarono un tunnel sotto la strada su cui sarebbe passato Blanco e che, pieno di dinamite, esplose scaraventando l'auto dell'ammiraglio dall'altra parte del palazzo davanti al quale transitava.
Per dirla lunga, il piano fu messo a punto da quattro uomini. Costoro, sotto le finte spoglie di funzionari di banca, si installarono a Madrid e studiarono il piano, che in un primo tempo prevedeva il rapimento di Blanco nella chiesa in cui si recava tutte le mattine. Tenuto in ostaggio dai rapitori, il governo avrebbe dovuto rilasciare 150 prigionieri politici baschi in cambio della sua liberazione. Il piano cambiò quando Blanco diventò presidente del governo: dato che le misure di sicurezza intorno a lui si erano moltiplicate, si decise di eliminarlo. I quattro attentatori vengono descritti dal regista nei loro pensieri e nei loro atteggiamenti otto mesi prima dell'attentato, nonostante le difficoltà scavarono un tunnel sotto la strada su cui sarebbe passato Blanco e che, pieno di dinamite, esplose scaraventando l'auto dell'ammiraglio dall'altra parte del palazzo davanti al quale transitava.
L'ultima pellicola di Gillo Pontecorvo è un thriller politico di alto livello culturale, dato che questo attentato contribuì alla fine della dittatura in Spagna nel 1975. Chi ha avuto l'occasione di vedere i precedenti films di Pontecorvo, soprattutto La Battaglia di Algeri (1966), riprende parte delle sue caratteristiche: reale e politico. Sebbene la trama proceda lentamente, è ben scritto e diretto con mano ferma. Anche perché il piano dei terroristi è come il film: metodi, pazienza e precisione. Seguiamo le loro vite quotidiane mentre cambiano nascondigli, tengono incontri segreti, interrompono i piani a causa di cambiamenti nelle circostanze e vivono con la costante paura di essere assassinati. Non c'è molta azione, ma l'azione sta nella suspense, che aumenta vertiginosamente verso la fine. Tutto il cast non scende mai verso il negativo, con un'attenzione particolare a Gian Maria Volonté, che rappresenta il punto guida dei terroristi, nonché la voce della saggezza e dell'esperienza. Soddisfazione assicurata.
Il film trovò distribuzione in Francia (Operation Ogre) e anche dove è avvenuto l'attentato, in Spagna, adattandolo al titolo originale: Operaciòn Ogro.
La prima volta che tratto un thriller di stampo politico sul blog, spero di essere stato il più neutrale possibile con voi spettatori.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!
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