I poliziotteschi siciliani consigliati da HiddenCinema02

Premessa

La Sicilia ha tutti gli ingredienti per i mafia movies: la lupara, le colline folte di cascine e il suo dialetto, simpatico anche nelle situazioni drammatiche. Dopo Il Clan dei Siciliani (1968) dalla mano francese di Hénri Verneuil, molti registi italiani si interessarono alla Sicilia per i mafia movies, ma anche per gialli e poliziotteschi. Sfortunatamente sottovalutata insieme alla Sardegna, potevano dare molto di più nel cinema italiano ed essere riconosciute internazionalmente. Ma per noi cultori di questo cinema ha già dato moltissimo 5 decenni fa'...

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Anno: 1979
Regista: Umberto Lenzi
Casa di produzione: Primex S.r.L.
Musiche: Franco Micalizzi

Il canto del cigno del genere poliziottesco, e il poliziottesco più amato del regista. Espone l'inesistente differenza tra i polizieschi oltreoceano, dimostrando che il clima di tensione in una New York cupa e innevata era lo stesso anche in Italia. Non raggiunge il livello dei precedenti poliziotteschi girati da lui, ma mette in scena il tema delicato del pentitismo mafioso: Salvatore Scalia (aka Biagio Pelligra) è costretto a delinquere per mangiare, Michele Barresi (aka Mario Merola) è ben calato nei panni di un boss mafioso ma dall'animo nobile, soprattutto nella scena al carcere di New York. Oltre al pentitismo, inserisce con successo la formula del road movie con un totale di 4 sequenze girate in auto. Si inizia con un inseguimento alla Vucciria di Palermo e si continua tra agguati fino alla Grande Mela newyorkese, il tutto in salita. Possiamo anche ammirare per la prima volta un Pelligra con un ruolo importante nel cast, che non scende mai verso il negativo. Forse è l'ultimo grande Maurizio Merli prima di un triste declino della sua carriera da commissario. La pellicola in questione ispirò anche Claudio Fragasso con il suo tragicomico Palermo-Milano Solo Andata (1995). Innovativo e intelligente, merita una visione. Non ve ne pentirete.
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Anno: 1979
Regista: Damiano Damiani
Casa di produzione: Rizzoli Film
Musiche: Franco Mannino

Giuliano Gemma, Tano Cimarosa e Michele Placido adattati come dei guanti ai loro ruoli, in una grigia Palermo di fine anni '70 intrappolata nella spirale della mafia. Uno dei films meno riusciti di Damiani che tratta di un ex-delinquente dedito a un chiosco di caffè, ma che finisce nella mira di un sicario; ma che comunque riesce nella sua impresa di essere superiore alla media del genere, non sembrando uno dei soliti stanchi films del filone. Gemma non è un campione di espressività, ma se la cava bene; Tano Cimarosa è uno dei maestri e gioca a casa sua; Eleonora Giorgi ci regala un interpretazione memorabile, ben intercalata nel suo ruolo. Se qualcuno aveva un dubbio su come Damiani poteva essere robusto, questo film ne è la riconferma di come era capace di sfornare cinema nazionalpopolare, cosa che oggi non si è più capaci di fare. Solida credibilità di ambienti, mafia recepita come radioattività invisibile ma letale e un comune ex-delinquente può finire a terra senza neanche accorgersene. Ingiustamente sottovalutata, merita una riscoperta.
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Anno: 1968
Regista: Damiano Damiani
Casa di produzione: Panda Cinematografica, Les Films Corona
Musiche: Giovanni Fusco

Insieme al precedente A Ciascuno il Suo (1967), è il film che ha inaugurato il filone di denuncia politico/sociale che avrà in Damiani il regista di riferimento. Ottima trasposizione cinematografica del romanzo di Leonardo Sciascia, diretto da un Damiani agli inizi della sua carriera, ma che realizza un film realistico e sobrio nella Sicilia degli anni '60, in cui il tessuto sociale era impregnato dalla mafia. Il carabiniere Franco Nero indaga su un sospetto omicidio e sugli intrecci oscuri tra speculazioni edilizie, criminalità e politica; Lee J. Cobb nei panni di un vecchio ed efficace burattinaio; Tano Cimarosa nel tipico sgherro di mezza tacca; Claudia Cardinale sfonda lo schermo in ruoli non appariscenti grazie al suo talento. Ambiente perfetto per la denuncia, film serio e doloroso che disegna un ritratto della malavita siciliana dell'epoca, intrisa di omertà e onore in un piccolo paese dell'entroterra che vive grazie al boss Lee J. Cobb. Descrizione della collusione tra Stato e mafia, che penalizza chi lo serve rispettando la Costituzione.
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Anno: 1970
Regista: Damiano Damiani
Casa di produzione: Produzioni Atlas Consorziate, Explorer Film '58
Musiche: Ennio Morricone

Ispirato alla storia realmente accaduta di Franca Viola, che nel 1966 fu la prima donna in Italia a rifiutare il matrimonio riparatore. Damiani torna ad attaccare l'omertà della Sicilia dell'epoca con un dramma tra due giovani molto più simili di quanto sembri ed impossibilitati ad amarsi. L'attrice Ornella Muti è al suo esordio (15 anni) e mostra una spontaneità che raramente ritroverà in seguito. Ottimo anche Tano Cimarosa nel ruolo del padre incapace di reagire. Il regista evita le facili strade del sentimentalismo, e la denuncia filtra comunque. Un po' troppo ridondanti le musiche di Morricone. Interpretazioni complesse e ricche di sfumature che meritano una visione.



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Anno: 1967
Regista: Folco Lulli
Casa di produzione: Sagittario Film
Musiche: Lallo Gori

Scritto, prodotto, diretto e interpretato dall'attore Folco Lulli. Molte ingenuità ed alcuni attori improvvisati, ma grazie a una scrittura come si deve, il film non annoia. Diretto in modo asciutto e sceneggiato con un minimo di cura, ha un ritmo che tiene fino alla fine, e nel complesso è interessante: ricorda molto i 10 Piccoli Indiani della Christie, dato che possiede un epilogo non del tutto prevedibile. Il cast non scende mai verso il negativo, e una spanna su tutti è proprio Lulli, esaltato dai paesaggi spettacolari della Sicilia. Vi avverto che negli ultimi minuti la sceneggiatura si trasforma in un noir, e si conclude con un colpo di scena da film d'azione...




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Anno: 1971
Regista: Damiano Damiani
Casa di produzione: Euro International Film, Explorer Film '58
Musiche: Riz Ortolani

Capolavoro del cinema italiano a firma Damiani (il titolo lungo non è da confondere con Lina Wertmuller), nonostante fosse stato girato 50 anni fa' è ancora attuale e mette i brividi. Anche all'epoca fu record di incassi, risultò l'11° miglior incasso della stagione cinematografica 1970-71. Senza alcuno sconto alle istituzioni, affronta il problema della lotta alla mafia e ai suoi intrecci invisibili e letali, tant'è che sembra essere il sequel di Le Mani sulla Città (1963). Ammiro il suo coraggio nel fotografare in modo secco e diretto le dinamiche corrotte della parte più marcia della società. Tra le immagini che restano indimenticabili sono quelle dei palazzi di Palermo in costruzione, in quella zona vent'anni dopo avrebbero ucciso Borsellino in via D'Amelio. 

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Anno: 1974
Regista: Damiano Damiani
Casa di produzione: Capital, Rizzoli Film
Musiche: Riz Ortolani

Ottimo film del sempre affidabile Damiani, che espone lucidamente la mafia e la collusione della politica con essa. Compresa la magistratura, che distorce i mezzi di informazione. Oggi siamo abituati a qualsiasi cosa, ma era abbastanza delicata l'autocritica sui rischi di banalizzare la realtà dei fatti, ed era comune ai tempi abusare di forzate interpretazioni in chiave politica. Franco Nero cerca motivazioni ai fatti che racconta; Renzo Palmer ha la sua caratterizzazione umana dice più cose sulla mafia rispetto ad altri finti dibattiti; e non dimentichiamoci la splendida Fabian. Commento musicale adatto e amaro all'atmosfera tetra e pessimista, con un finale inaspettato e tragico. Come abbiamo visto nel film precedente, opera ancora attuale.



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Per chi vuole passare una serata tranquilla, immergendosi nei paesaggi siciliani tra tensione e un colorito dialetto, queste pellicole sono adatte per voi. Damiano Damiani è stato il regista italiano che negli anni '70 si è maggiormente interessato alla Sicilia, esponendo i suoi problemi sul grande schermo dell'epoca, e anche tutt'ora. Ai futuri registi che vorranno fare opere di denuncia sociale, non c'è che prendere esempio dal nostro cinema, ricco di capolavori senza tempo e di films di culto rivalutati dopo decenni in oblio.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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