Circuito Chiuso - 1978


Anno: 1978
Regista: Giuliano Montaldo
Casa di produzione: Filmalpha
Paese di produzione: Italia

CAST
Flavio Bucci: sociologo
Aurore Clément: giovane signora
Tony Kendall: Roberto Vinci
Ettore Manni: questore
Brizio Montinaro: commissario
Giuliano Gemma: pistolero
William Berger: il secondo pistolero
Alfredo Pea: garzone
Micaela Pignatelli: accompagnatrice
Laura D'Angelo: maschera al cinema
Gabriele Tozzi: controllore
Loris Bazzocchi: agente in borghese

ATTENZIONE: SPOILER!

Gran peccato che un giallo così unico nel suo genere non sia ancora stato distribuito in DVD. Se andate in qualche sotterraneo polveroso di qualche mercatino dell'usato, portatevelo a casa! Girato per la televisione, fu un grande successo di pubblico e di critica ai tempi, tant'è che fu anche presentato al Festival del Cinema di Berlino. Ma il problema è che la RAI ebbe alcuni problemi con la produzione (gli attori avevano recitato con compensi bassi, che non includevano la diffusione nei cinema multisala e la RAI rimase ferma sugli accordi contrattuali), dato che si stava anche progettando di distribuirlo nelle sale cinematografiche. Giuliano Gemma, anche se non presente nel cast fisico del film, dal grande schermo ci dimostra come una pallottola possa essere surreale...

Roma. In un cinema multisala viene proiettato uno spaghetti-western. Nella scena finale, mentre Gemma spara, si ode un urlo in sala: uno spettatore è stato freddato da un colpo di pistola. Il cinema viene subito chiuso e partono a gran velocità le indagini della polizia, e stabiliscono subito che il colpevole è all'interno della sala. Viene effettuata una ricostruzione dell'accaduto e un volontario si siede al posto della vittima, venendo nuovamente freddato da un proiettile, mentre stavano proiettando la stessa scena del film. Dopo di lui, la cavia diventa il questore, e anche a lui spetta lo stesso destino. Alla fine si giunge a una conclusione, a metà strada tra l'incredibile e lo scioccante: il pistolero spara veramente proiettili dallo schermo.


Insolito e stimolante, una visione non è necessaria per capire il messaggio del film (tra cui una sottile ironia che critica la società dell'epoca), quindi consiglio di rivedervela, se perdete il filo del discorso.
L'impostazione del film è semplice: pubblico, western, cinema, sparo. Sembra sciocca, ma non lo è. Montaldo ci dice che il cinema può anche essere un luogo sovversivo e misterioso, che può provocare fantasie anche violente e pericolose. Aggiungere i poster di altri films italiani come "Profondo Rosso", "Il Profumo della Signora in Nero" e "4 Mosche di Velluto Grigio" è stato un tocco di classe che aggiungeva al giallo l'atmosfera del thriller all'italiana, che vedranno in Dario Argento e in Umberto Lenzi i punti di riferimento. Recitazione solida, con una trama che rielabora i gialli all'italiana di inizio anni '70. Sangue al minimo sindacale, scene inerenti al sesso letteralmente tagliate fuori e di violenza manco l'ombra, qui regna la tensione e la curiosità.

Il film fu distribuito nei paesi anglofoni con ben tre titoli: Crime With No Killer (Crimine Senza l'Assassino), Is It Safe in the Theater? (Si Sta al Sicuro in Teatro?) e la traduzione inglese del titolo in italiano, Closed Circuit. In Germania è arrivato con il titolo di Der Todliche Kreis (Il Cerchio Mortale), ma in Ungheria con A Kétdimenzios Gyilkos (L'Assassino Bidimensionale).

Il più grande giallo è il perché questo film sia rimasto all'oscuro e mai distribuito in DVD.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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