Il Testimone (Le Témoin) - 1978

 

Anno: 1978
Regista: Jean-Pierre Mocky
Paese di produzione: Italia, Francia

CAST
Alberto Sordi: Antonio Berti
Philippe Noiret: Robert Maurisson
Roland Dubillard: commissario Guerin
Jacques Stany: agente
Sandra Dobrigna: Cathy Massys
Sophie Lautman: Nathalie
Consuelo Ferrara: ragazza drogata
Gisèle Préville: Louise Maurisson
Paul Crauchet: Massis, il padre di Cathy
Henri Attal: guardacaccia
Loris Zanchi: il cognato di Maurisson
Paul Muller: uno dei cognati di Maurisson

ATTENZIONE: SPOILER!

Progetto travagliato dal copione alla messa in scena. Mocky scelse il sig. Jean Gabin come protagonista del film, nel ruolo di un insegnante di pianoforte accusato di omicidio su una ragazzina, ma purtroppo passò a miglior vita ancor prima che la pellicola prendesse forma... ergo Philippe Noiret (colui che volle come partner nel film il sig. Gabin) suggerì al regista Alberto Sordi per occupare tale ruolo, ed alla fine andò in porto. Cambiarono la professione in restauratore d'arte, ma si mise in mezzo un altro ostacolo... la pena di morte in Italia non esisteva: furono creati due finali, nella versione francese il personaggio di Sordi viene ghigliottinato, ma nella versione italiana si allude soltanto a ciò con l'utilizzo di un flashback.


Il pittore Berti viene invitato a Reims da un suo vecchio amico, Robert Maurisson, che è riuscito ad assicurarsi una posizione di prestigio grazie al matrimonio con una donna proveniente da una delle famiglie più benestanti della città. Berti procede al restauro di alcuni dipinti all'interno della cattedrale di Reims, e si fa' aiutare da una bambina chiamata Cathy, che posa come modella di un angelo. Una sera Berti passa accanto a una villa abbandonata, credendo di aver visto Robert... ma viene accusato di aver tolto la vita a tale bambina. Si scopre che l'assassino è Robert, e consiglia a Berti di fuggire in Italia tramite treno, dopodiché lo avrebbe raggiunto con la sua auto. Viene tolto di mezzo dal padre della defunta Cathy, e Berti viene arrestato sul treno. Condannato alla ghigliottina, 4 anni dietro alle sbarre in attesa della pena... e la verità non verrà mai a galla, a causa del silenzio "borghese" di Reims.


Sceneggiatura scritta come Cristo comanda, priva di banalità e fuori dai clichés del noir francese. Ci vuole del tempo per immedesimarsi nella pellicola, ma dopo una trentina di minuti diventa interessante per gli avvenimenti, e sarà impossibile staccare gli occhi dallo schermo. Il direttore della fotografia (Sergio D'Offizi) regala alla pellicola una sfumatura comica attraverso eleganza e crudezza, il tutto accompagnato dal ritmo sempre eccellente di Piero Piccioni. Gli elementi del noir si sentono tutti: dalle inquadrature laterali che culminano nel disagio, colori desaturati, ambientazioni notturne alla Henri Decae, anche se la fotografia era di mano italiana. Philippe calza a pennello nel suo ruolo di borghese che lavora nell'ombra, non condannabile da nessun organo legislativo... anche postumo. E' anche inutile dire che il personaggio di Berti è ispirato a un altro capolavoro più noto, ma di mano italiana, denominato "Detenuto in Attesa di Giudizio" (1971)... ulteriore dimostrazione che Sordi si adattava come un guanto anche a ruoli drammatici, esattamente come in questo film.



Uno sguardo è più che meritato su tale pellicola, in quanto si tratta di uno dei tanti noir che raccolgono l'eredità di Jean-Pierre Melville... e perché Sordi è in uno dei suoi rari ruoli drammatici.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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