La Trilogia della Tigre in Gabbia (Tiger Cage) | 1988 - 1991

Carissimi seguaci, benvenuti allo speciale natalizio del Sottobosco.
Se siete in cerca di qualche pellicola, capace di spalancarvi la bocca per la sua epicità fatta ad azione, e di un regista che non delude mai... appuntatevi il nome di Yuen Woo-Ping. Cineasta che ha fatto conoscere al porto profumato e anche in Occidente il superlativo Jackie Chan in Il Serpente all'Ombra dell'Aquila (1978) e che ha trasformato la Seasonal Film Corporation di Ng See-Yuen in una delle case cinematografiche più potenti di Hong Kong. Il suo lavoro fu talmente apprezzato che il suo personale remake di Dalla Cina con Furore (Fist of Legend, 1994) venne notato anche dai fratelli Wachowski... che lo assoldarono come il coreografo del primo capitolo di Matrix (1999).
Non perdiamoci subito in chiacchiere e cominciamo, muniti di spumante e di tacchino al forno, il nostro speciale di Natale!

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Casa di produzione: D&B Films Co. LTD
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Jacky Cheung: Fan Shun-Yu
Carol Cheng: ispettore Shirley Ho Hsueh-Ling
Simon Yam: ispettore Michael Huang
Irene Wan: Amy
Donnie Yen: Terry
Leung Kar-Yan: Hsiu
Ng Man-Tat: sergente Te
Vincent Lyn: Vincent
Johnny Wong: Swatow Hsiung
Yuen Shun-Yi: il fratello di Hsiung
Michael Woods: spacciatore di droga americano
Fung Hak-On: il compagno di Hsiung
Wai Gei-Shun: ufficiale Wei

ATTENZIONE: SPOILER!

Dopo il raid di una squadra di polizia della sezione narcotici, dei trafficanti di droga americani decidono di vendicarsi contro i responsabili: riescono a togliere di mezzo Hsiu. L'assassino viene arrestato, ma un membro della squadra ascolta una conversazione tra il trafficante e un loro agente di polizia: scopre che nelle forze di polizia vi sono altri trafficanti che operano nell'ombra...

Se avete conosciuto il regista per la commedia nei wuxiapian, il seguente poliziesco è un violento frullato di sparatorie, arti marziali ed esplosioni che sono capaci di far girare la testa anche al sig. Hitchcock! Servito su un piatto d'argento con litri di scazzottate e senza alcuna moviola, priva di difetti nella trama. L'azione è talmente hardcore che lo stesso regista compare in un cameo... e se avete uno stomaco forte, gli ultimi 15 minuti fanno slittare il punteggio verso il 9. Se si parla di personaggi psicopatici, Simon Yam è la garanzia (assieme ad Anthony Wong)... e per la grinta, Jacky Cheung si dimostra affidabile come al solito. Donnie Yen e Michael Woods aggiungono la spinta finale alla pellicola, assieme a una Carol che lotta per mantenere la sua vita da poliziotta. Privo di elementi comici imbarazzanti, rimarrà immune al giudizio letale del tempo, dato che solamente due degli attori presenti nel film (Donnie e Simon) militano ancor oggi sotto ai riflettori.

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Casa di produzione: D&B Films Co. LTD
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Donnie Yen: Dragon Yau
Rosamund Kwan: Mandy Chang
David Wu: David
Robin Shou: Waise Chow
Garry Chow: Tak
Carol Cheng: Petty Lee
Cynthia Khan: ispettore Yeung
Lo Lieh: zio Chiu
Leung Lam-Ling: Leung
Dickson Lee: Kent
Anita Lee: Ann
Michael Woods: mafioso
John Salvitti: mafioso

ATTENZIONE: SPOILER!

Yau, un poliziotto soprannominato "il Dragone" per i suoi modi di fare violenti e diretti, assiste per puro caso a uno spargimento di sangue in una rapina. La borsa che conteneva il bottino della rapina sparisce, e la polizia sospetta che Yau sia l'autore del colpo: fugge insieme all'avvocato Mandy e a un rapinatore tradito dalla sua banda, David... ma ben presto i rapinatori sono sulle loro tracce.

Sequel che non ha nulla a che vedere con la pellicola del 1988, ma contiene più difetti che nel capitolo precedente. Effetti sonori imbarazzanti come l'amplificare i sorsi della zuppa e il continuo scricchiolare, il tutto colmato da una toppa peggiore del foro: Rosamund Kwan... nelle vesti della tipica donna goffa che si lamenta e litiga in ogni singolo frangente della sua avventura. Tralasciando tutto ciò, la coreografia raggiunge la Maestosità con la M maiuscola! Avendo a disposizione metà del casting di In The Line of Duty 4 (1989), il regista ne approfitta per inserire scene di combattimento non-stop, accompagnata da una colonna sonora che amalgama il tutto in maniera indimenticabile. Sebbene ci siano clichés come la tortura dell'eroe nel finale (abbastanza originale, dato che Donnie è legato alla ruota di una cyclette e Rosamund è costretta a pedalare sul suo petto...) e la trama è quasi del tutto assente, per gli appassionati delle arti marziali tale pellicola è un must have.

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Casa di produzione: D&B Films Co. LTD
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Man Cheung: Suki Cheung
Kwok Leung Cheung: James
Michael Wong: John
Kam-Kong Wong: Lee Siu-Pong
John Cheung: Roy
Fung Woo: Liu
Shun Lau: pescatore
Michael Dingo: Alex
Ridley Tsui: Billy
Suk-Mui Tam: segretario di Suki
Mei-Yee Sze: ispettore Chan Tak-Sun
Chi-Keung Szeto: scagnozzo di Lee Siu-Pong
Wai-Lap Fong: William Wong
Tak-Kam Wong: Chan
Siu-Ming Lui: Stephen
Jim James: Joe

ATTENZIONE: SPOILER!

John e James lavorano entrambi nel dipartimento finanziario della polizia di Hong Kong, e cominciano una pericolosa inchiesta su un uomo altolocato di nome Lee Siu-Pong... che in realtà gestisce dei traffici loschi. 

Anch'esso il secondo sequel del primo capitolo, ma con un cast completamente diverso. Solitamente la D&B produce delle celluloidi di alta qualità, ma in quest'ultima è al di sotto della media in alcuni tratti... e in questi tratti vi è Michael Wong, che continua ad uscire ed entrare dalla trama senza un motivo apparente. Solamente la presenza di Man Cheung e le scene d'azione tipiche di Yuen riescono a tenere in piedi la celluloide, ma per il resto è consigliabile solamente ai più grandi appassionati delle arti marziali, dato che vi è ben poco da prendere in considerazione. Rispetto al primo e al secondo capitolo della trilogia, non vi è alcuna esplicazione chiara della storia e dei personaggi al loro interno. La comicità imbarazzante, purtroppo, è uscita dagli argini del secondo capitolo... e ciò porta all'esondazione di imbarazzo per la sceneggiatura, dolorante per i più stagionati.

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E con ciò, il Sottobosco travalica il suo terzo anno di attività, davanti al salvataggio di diverse pellicole quasi del tutto ignorate dalle distribuzioni estere/interne e dalla critica. Come ogni Natale, è doveroso ricordarlo per alcuni regali strepitosi sotto l'albero... e posso affermare senza timore che questa trilogia è stato il regalo più ammirevole da gustare sotto quell'albero, albero che il Sottobosco ha piantato all'inizio del 2020 e che si è trasformato in una possente quercia.
Lo staff del Sottobosco augura ai suoi visitatori e ai suoi seguaci un felice Natale assieme all'affetto dei vostri, immancabili, cari. Alla prossima recensione, carissimi spettatori!

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