Hotel dell'Alpinista Morto ("Hukkunud Alpinisti" Hotell) - 1979

 
Anno: 1979
Regista: Grigori Kromanov
Casa di produzione: Tallinnfilm
Paese di produzione: Estonia, URSS

CAST
Uldus Pucitis: ispettore Peter Glebsky
Juri Jarvet: Alex Snewahr
Lembit Peterson: Simon Simonet
Mikk Mikiver: Hinckus
Karlis Sebris: sig. Moses
Irena Kriauzaite: sig.ra Moses
Sulev Luik: Luarvik
Tiit Harm: Olaf Andvarafors
Nijole Ozelyte: Brun
Kaarin Raid: Kaisa

ATTENZIONE: SPOILER!

Grigori Kromanov è uno di quei registi alla Massimo Dallamano: filmografia che si conta sulle dita di una mano, ma molto memorabile. Ci troviamo davanti all'autore del film estone più noto in assoluto anche all'estero, "Viimne Reliikvia" (L'Ultima Reliquia, 1969), e di un'altra opera che rielabora in salsa socialista gli spionistici europei del 1976: "Briljandid Proletariaadi Diktatuurile" (Diamanti per la Dittatura del Proletariato). Trattasi dell'ultimo suo film su grande schermo, potrete rimanere stregati dalla sua atmosfera "avantgarde" dell'epoca... anche se in realtà parte dell'atmosfera occidentale del film è stata girata in Kazakistan. Addirittura la moglie del regista, Irene Veisaite, per collaborare alla pellicola si prese un anno sabbatico dall'università e divenne a tempo pieno la sua assistente alla regia.


La polizia riceve una chiamata da un hotel isolato nelle Alpi. Viene mandato subito un agente nell'albergo, e tutto sembra essere a posto... fino a quando una valanga non li taglia fuori dal mondo. Iniziano ad accadere cose parecchio strane nell'hotel. Alieni, doppelgangers, terroristi, androidi e donne sensuali cominceranno a dominare lo schermo.





Fantascienza alla sua massima forma. Miscela unica ed eccezionale tra poliziesco, noir e fantascienza, qui (forse) al suo primo ed unico debutto sul grande schermo. Atmosfera ricca di colori desaturati e freddi alla "Suspiria" di argentiana memoria, che si integrano bene con il noir... l'arredamento sperimentale e moderno è un aggettivo all'anomalia del film in questione, che ha avuto il potere di prevedere gli stilemi dei futuri film di fantascienza degli anni '80. Assieme agli "Occhi Dalle Stelle" di Mario Gariazzo, sono dei manifesti su celluloide dell'anticonformismo. Anche la colonna sonora (orchestrata da un sorprendente Sven Grunberg) esplica davvero bene il tema della pellicola, e per esplicare ancor di più ha scritto una canzone priva di senso che comprendevano solo gli alieni, ballandoci sopra ipnoticamente. E vi è un perché: siccome la regolamentazione sovietica del tempo richiedeva che un qualunque testo di una canzone scritta al di fuori del russo doveva obbligatoriamente essere tradotta per il pubblico russo, alla fine si è giocato la carta dell'incomprensibilità...


I contenuti avanguardistici della pellicola riuscirono a fare breccia negli spettatori dell'epoca: si registrarono in URSS ben 17.500.000 di spettatori e nella sola Estonia ben 44.399 spettatori.

Se un giorno vi avanzano dei soldi e non sapete come spenderli, conoscete già la destinazione.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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