Sbrigati, Sbrigati (Deprisa, Deprisa) - 1981

 
Anno: 1981
Regista: Carlos Saura
Casa di produzione: Elìas Querejeta Producciones Cinematograficas, Les Films Molière
Paese di produzione: Spagna, Francia

CAST
José Antonio Valdelomar Gonzalez: Pablo
Berta Socuéllamos Zarco: Angela
Jesus Arias Aranzueque: Meca
José Maria Hervàs Roldan: El Sebas
Maria del Mar Serrano: Maria
Consuelo Pascual: Abuela
Yves Barsacq: Luis
Suzy Hannier: Martita

ATTENZIONE: SPOILER!

Mai mi stancherò di ribadirlo in eterno: il genere quinqui fu l'istantanea di una Spagna stremata e desiderosa di democrazia, dopo gli anni bui del franchismo... e tra queste istantanee ve n'è una che silenziosamente riesce a farsi capire tramite dei gesti. Il sig. Saura, già conosciuto nella penisola iberica per il suo neorealismo e per eludere la censura del regime franchista (La Caza del 1966 fu il suo passaporto per farsi conoscere anche al di fuori della Spagna, ossia un thriller basato su tre veterani della guerra civile spagnola che si incontrano durante una battuta di caccia... e la situazione degenera), ma che appena dopo il rilascio di tale pellicola, nel 1981 fu consacrato mondialmente per la sua trilogia dedicata al Flamenco (Bodas de Sangre, Carmen e El Amor Brujo), di cui provò a commistionare i ritmi e le musiche in questo drammatico manifesto politico di inizio anni '80.


Un gruppo di amici tossicodipendenti emarginati dalla società (Pablo, Angela, Meca ed El Sebas), decidono di rubare un auto per fuggire dalla periferia di Madrid. Si susseguiranno rapine a mano armata a portavalori, benzinai e banche per racimolare denaro per continuare la loro vita di assuefazione da droghe. La polizia seguirà la loro scia di piombo e sangue...



Ogni dettaglio che vedrete nella pellicola è esistita realmente. Persone comprese. Al di fuori dai riflettori, una di queste persone (José Antonio Gonzalez) è passata a miglior vita undici anni dopo a causa di una overdose, all'interno del carcere di Carabanchel... il resto del cast è non professionista, in quanto il regista li scelse nel quartiere di Villaverde, nella capitale spagnola. Dialoghi ridotti al minimo sindacale, ergo si dialoga con i gesti, che saranno un vantaggio decisivo per la colonna sonora (deliziosamente orchestrata da coloriti gruppi musicali quali i "Los Chunguitos" e da artisti come "Cappuccino" e "La Marelu"): capace di guidarti nell'atmosfera ritmica del film, mettendo da parte la recitazione, seppur sconvolgente e poliedrica! La denuncia alla Damiani riesce per la sua corrispondenza chiarissima... la povertà è l'anticamera del crimine, e la povertà affonda le sue radici nel lusso: ogni singolo cittadino è responsabile di tutto ciò. E niente spazio al sentimentalismo... sebbene sia presente la storia d'amore tra Pablo ed Angela.


Su dei costi di produzione non da poco (36.000.000 di pesetas, ossia 216.000 euro), la pellicola riuscì a sfondare i botteghini con ben 167.162.731 pesetas (1.004.668 euro)!

Nonostante l'enorme successo nelle sale di proiezione e le pesanti critiche dal quotidiano conservatore ABC (che accusò Saura di pagare gli attori in droga per evitare che abbandonassero le riprese; accusa confermata da Enrique San Francisco in un'intervista su El Comercio nel 2014), la pellicola ha colpito il bersaglio: la povertà e la droga creano pane per la malavita e i suoi continui ricatti nei confronti di tali persone.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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