Niente Più Fumetti (Komikku Zasshi Nanka Iranai!) - 1986
Anno: 1986
Regista: Yojiro Takita
Casa di produzione: Kitty Films, M&R Films, New Century
Paese di produzione: Giappone
CAST
Yuya Uchida: Toshiaki Kinameri
Yumi Aso: fidanzata
Takeshi Kitano: polizia
Hiromi Go: gigolò
Rikiya Yasuoka: uomo al bar
Tsurutaro Kataoka: gigolò
Kazuyoshi Miura: sé stesso
Seiko Matsuda: sé stessa
Yoshio Harada: produttore
Hosei Komatsu: ospite di uno show
Yuichi Minato: gigolò
Masaru Nashimoto: giornalista
Kaoru Oda: giornalista televisivo
Fujio Tokita: polizia
Taiji Tonoyama: il vecchio della porta accanto
ATTENZIONE: SPOILER!
Esercito di attori sia davanti che dietro alle telecamere, inclusi presentatori televisivi dell'epoca nel pieno del loro lavoro, davanti a tali videocamere. Prima pellicola classificabile come seria nella carriera del sig. Yojiro, che precedentemente militava nelle file dell'ormai oscena Nikkatsu (dal 1971 in poi ha deciso di spalancare le sue finestre e scaraventare fuori il cinema di genere, per poi accogliere un unico genere conosciuto per la sua assenza di pudore: il malefico "roman porno"...) e nel 2009 riuscì ad ottenere l'Oscar per il miglior film straniero, denominato "Okuribito" (Partenze), stabilendo inconsapevolmente anche un record nazionale, dato che fu la prima volta che il Giappone lo vinse (sin dalla sua creazione nel 1957). Il quotidiano Yomiuri Shimbun descrisse di seguito l'atmosfera che si respira nei suoi films: <<una calorosa tenerezza, che riflette la sua personalità brillante ed ottimista>>.
Kinameri è un giornalista di discreto successo, lavora in una rivista di gossip e il dare la caccia alle celebrità è il suo pane quotidiano, riportando alcuni sprazzi delle loro vite private al suo giornale. In cerca del grande scoop, troverà altro pane per i suoi denti con un uomo d'affari locale barricato in casa propria...
Istantanea di cosa era il giornalismo ieri e anche oggi: importanza sul pettegolezzo e inesistente serietà su notizie di cronaca nera (memorabile la sua ricostruzione diffamatoria nei confronti di una 14enne assassinata, dove si spinge addirittura ad insinuare che si sarebbe prostituita per intimare altre sue coetanee ad intraprendere tale pratica). Kinameri disprezza il suo lavoro, ma eppure è costretto a farlo per avere un tetto sopra la sua testa, nonostante lui si sia laureato in scienze politiche in una università prestigiosa... ed è costretto ad essere relegato ad uno show notturno, causa popolarità in netta discesa, dove avrà la (s)fortuna di sguazzare in luoghi loschi come strip club, ritrovi della yakuza mascherati da snack bar e sul set di un film porno. Caccia alle celebrità in cui Kinameri, inconsapevolmente, lo diventa per il suo carattere. Riceve lettere e telefonate dai suoi "fans" che lo lodano e lo rimproverano per non essersi spinto più in là... che a loro volta spingono Kinameri in un vortice di depressione e sensi di colpa. Satira ferocissima e priva di pietà nel mondo (disperato) del giornalismo, che espone le solite minestre riscaldate dei grandi media su cose banalissime, attuale più che mai nei giorni nostri.
Kinameri è un giornalista di discreto successo, lavora in una rivista di gossip e il dare la caccia alle celebrità è il suo pane quotidiano, riportando alcuni sprazzi delle loro vite private al suo giornale. In cerca del grande scoop, troverà altro pane per i suoi denti con un uomo d'affari locale barricato in casa propria...
Istantanea di cosa era il giornalismo ieri e anche oggi: importanza sul pettegolezzo e inesistente serietà su notizie di cronaca nera (memorabile la sua ricostruzione diffamatoria nei confronti di una 14enne assassinata, dove si spinge addirittura ad insinuare che si sarebbe prostituita per intimare altre sue coetanee ad intraprendere tale pratica). Kinameri disprezza il suo lavoro, ma eppure è costretto a farlo per avere un tetto sopra la sua testa, nonostante lui si sia laureato in scienze politiche in una università prestigiosa... ed è costretto ad essere relegato ad uno show notturno, causa popolarità in netta discesa, dove avrà la (s)fortuna di sguazzare in luoghi loschi come strip club, ritrovi della yakuza mascherati da snack bar e sul set di un film porno. Caccia alle celebrità in cui Kinameri, inconsapevolmente, lo diventa per il suo carattere. Riceve lettere e telefonate dai suoi "fans" che lo lodano e lo rimproverano per non essersi spinto più in là... che a loro volta spingono Kinameri in un vortice di depressione e sensi di colpa. Satira ferocissima e priva di pietà nel mondo (disperato) del giornalismo, che espone le solite minestre riscaldate dei grandi media su cose banalissime, attuale più che mai nei giorni nostri.
Ritratto ad eterna memoria del mestiere gerarchico del giornalista... sciacallaggio e menzogne.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!
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