Alisei Macchiati di Sangue (Blood Stained Tradewinds) - 1990

 
Anno: 1990
Regista: Chor Yuen
Casa di produzione: J&J Film Co.
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Alex Fong: Chen Zhi Cheng
Waise Lee: Xiong
Carrie Ng: Fang
Ida Chan: Sophia Zhou
Bao Fang: zio Long
Ng Man-Tat: zio Da
Lo Lieh: fratello Ming
Ng Yuen-Jun: Gutsy Chao
Ricky Yi: Wai
Lam Wai: Song Ben
Chen Kuan-Tai: venditore di armi
Stanley Fung: ubriaco

ATTENZIONE: SPOILER!

Trattasi dell'ultima pellicola firmata da Chor Yuen, uno dei registi più prolifici del porto profumato, che sin dalla metà degli anni '80 si era ritirato a girare commedie a sfondo romantico (si ricorda fra tutte The Diary of a Big Man [1988], che contribuì all'ascesa di Chow Yun-Fat come comico e della modella taiwanese Joey Wong): sino al 1990, aveva all'attivo ben 120 films come regista. Ma decise di continuare la sua carriera come attore (interpretò il ruolo dello zio di Jackie Chan in Thunderbolt) fino agli inizi del terzo millennio. Si fece subito notare per le sue pellicole a tema wuxia, soprattutto per il design elegante dei suoi set... anche nel genere poliziesco, dove incluse un giovane Danny Lee in The Big Holdup (1975).


Chen e Xiong sono due giovani piantagrane, cresciuti nei piani alti di una potente triade. L'uscire sempre vincente da uno scontro a fuoco di Chen gli è anche valso il soprannome di "Pistola d'Oro", tanto che la figlia del boss della triade lo apprezza ancor di più del desideroso Xiong. Ma quando Chen rifiuta di essere il nuovo capo di tale triade, viene allontanato dal gruppo e ripudiato dalla sua stessa famiglia... così Xiong prende il comando e sposa la figlia del boss. Chen, trasferitosi a Macao e volendone uscire pulito da quel mondo, trova un lavoro e anche una moglie assieme a suo figlio, che quest'ultimo non ci penserà due volte a riportarlo dentro a questo sottomondo, questa volta più rovente di prima: i traditori e i doppiogiochisti delle triadi insorgono.


Waise, Carrie, Fong e Ng Man-Tat sono gli unici che riescono (a malapena) a tenere a galla tale mezzo scempio su grande schermo. Ci sono alcune parti che hanno lo stesso effetto di un soporifero su un sonnambulo, ed altre che palesemente prendono spunto dall'heroic bloodshed che tutti noi conosciamo... ma scavando più a fondo, il sentimentalismo è l'ingrediente base: nostalgia tale da scatenare numerose polemiche anche odiernamente, impersonificata da Stanley Fung come ex-soldato del Kuomintang. Non manca all'appello anche lo zio Long, dove pensa di ricordare un'epoca, mai esistita, in cui le triadi si rispettavano e risolvevano i propri problemi senza l'ausilio di spargere sangue... anche ricordi romantici come quelli della sig.rina Zhou, dove non ha dimenticato il suo amore nei confronti di Chen. E vogliamo nominare le scene d'azione? Inutile dirlo: controverse per la loro ambientazione e per i loro atti, da magistrali a noiosi. Ma di certo la fotografia è una nota positiva, con un blu intenso che domina la notte e lunghi piani sequenza alla Hou Hsiao-Hsien.


Nonostante le palesi difficoltà tecniche ed attoriali, rimane una pellicola da collezionare nella vostra videoteca personale dedicata ai gangsters movie di Hong Kong.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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