[Flopiziesco #22] 22° Vittima... Nessun Testimone (Parole de Flic) - 1985

 
Anno: 1985
Regista: José Pinheiro
Casa di produzione: Adel Productions
Paese di produzione: Francia

CAST
Alain Delon: Daniel Pratt
Jacques Perrin: Stéphane Reiner
Fiona Gélin: Sabine Clément
Eva Darlan: Dominique Reiner
Jean-François Stévenin: Sylvain Dubor
Stéphane Ferrara: Abel Salem
Vincent Lindon: Dax
Sacha Gordine: il vice di Dax
Dominique Valera: Brice
Jean-Yves Chatelais: Remy
Aurelle Doazan: Mylène
Anne Roussel: l'infermiera
Marc Andréoni: il commerciante
Bertrand Migeat: Ivan
Frédéric Deban: il giovane omosessuale
Guy Viltard: Luis

ATTENZIONE: SPOILER (anche se è un flop...)!

Parola di poliziotto? Rettifico: parola di MUSICISTA, dato che quasi tutto il film è costellato da una colonna sonora degna di un video musicale di fine anni '80... che assieme alle scene d'azione sono le uniche note positive della pellicola, le altre sono stonate e poco piacevoli da vedere e sentire. Trattasi del ritorno di Delon negli action movies dopo un breve periodo trascorso in altre pellicole più intime come Notre Histoire (1984), Parole de Flic fu prodotta, scritta e addirittura cantata dallo stesso Delon nel suo finale! All'epoca in cui uscì nelle sale fu un enorme successo di pubblico (2.517.875 spettatori in totale, nonostante la pellicola sia stata rilasciata in piena estate), ma sonoramente bocciato in ogni sua sfumatura dalla critica di allora.

Daniel Pratt, ex-poliziotto, risiede in un'isola africana: per ammazzare la noia, gioca a carte e scatena incontri di pugilato improvvisati con gli abitanti del luogo... fino a quando giunge sull'isola un telegramma che lo scuote particolarmente, ossia la morte di sua figlia per mano di dei giustizieri mascherati. Decide di ritornare in Francia e di stanarli uno ad uno, iniziando dal rivenditore di armi (che risparmia) sino ad arrivare alle alte cariche della polizia.


Tralasciando l'aria da video musicale, è il solito minestrone riscaldato del genere: sceneggiatura prevedibile anche da un novellino meteorologo (nonostante si siano fiondati in tre a scriverla), dialoghi appena sopra il banale, ma che quando si focalizzano sulla sottotrama amorosa l'asticella si sposta verso il mediocre... e nemmeno la nudità (seppur breve) in tale amore aiuta a risollevare l'asticella. Tutto ciò accade talmente in fretta (altro dettaglio positivo, ma che funziona fin troppo bene) che non hai neanche il tempo per realizzare i fatti avvenuti, dato che più volte sei costretto a fermarti per riprendere il filo del discorso: e la musica martella il tutto. E nonostante lo stesso Delon ci metta sé stesso per tenere a galla il film, i suoi muscoli a 50 anni e la sua agilità non riescono...


Morale di tutta questa storia? Ripiegate il vostro tempo sul genere (french-made) del polar nelle due decadi precedenti, troverete tesori interessanti...
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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