Amore, Pistole e Vetro (Love, Guns and Glass) - 1995

 
Anno: 1995
Regista: Lai Kai-Keung, Ivan Lai
Casa di produzione: Bold Team Films Co., LTD
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Simon Yam: Yung Siu-Wing/fratello Siu
Cecilia Yip Tung: Yeuk Cheng/Lau Yuk Ching
Chin Ho: Hak Chai/Blackie Yu
Roy Cheung: Fai
Farini Cheung: Jade
Annie Man: figlia di Siu
Cheung Kwok-Keung: Lap
Angela Leung: Angel
Peter Yung: poliziotto Fai
Mark Houghton: scagnozzo di Blackie Yu
Fong Yau: Ko Wing-Hung
Shing Fui-On: fratello Lung
Hui Fan: madre di Yuk Ching
Maggie Wong: figlia di Siu (bambina)
Nelson Cheung: prete
Gary Mak: scagnozzo
Lo Hung: dottore
Wong Chi-Keung: scagnozzo di Blackie Yu
Tang Chiu-Yau: scagnozzo di Blackie Yu
Fei Pak: poliziotto

ATTENZIONE: SPOILER!

Siete rimasti di cristallo dal titol... ehm, guazzabuglio? Titoli come questo sono da 10 e lode per l'originalità, che dal porto stupiscono quasi sempre lo spettatore occidentale (compreso il sottoscritto). Pellicola co-diretta da Ivan Lai, noto frequentatore della famigerata terza categoria, ossia riservata a filmetti ripugnanti e molto più spinti... inutile spiegare cosa contiene; anche da Lai Kai-Keung, che per avere del pane da mettere sotto i denti lavorava come "tuttofare" in ambito cinematografico: da assistente alla regia a supervisore della sceneggiatura, da attore a regista (3 pellicole all'attivo) e da sceneggiatore a produttore esecutivo; per nulla male la sua carriera dietro le quinte.

Siu è un gangster, benevolo, che ha appena lasciato il carcere dopo 10 anni di reclusione a causa del suo braccio destro. Sua moglie lo lascia e anche sua figlia gli volta le spalle. Dopo numerose lacrime e malinconie, si innamora di Yuk, a sua volta in enormi guai per i soldi che deve alla triade. Siu si presenta al boss ed esclama di voler essere responsabile dei suoi debiti, non senza prima che lei tenti il suicidio a pochi istanti dal matrimonio. Sopravvissuta, rimane ancora nel mirino del boss: vedendosi sabotare la corrente elettrica della sua fabbrica, Siu si fionda a cercare la risposta assieme alla sua partner. Riesce a trovarla e anche a distruggerla, non senza prima che alcuni proiettili raggiungano sua moglie... per di più incinta. Giunto all'ospedale in lacrime e grondante di sangue, i dottori affermano che il bambino è salvo, ma Yuk no: la polizia viene a sapere della sparatoria ed arresta il braccio destro di Siu, colui che tolse di mezzo numerosi gangsters nel covo di Blackie. La morte di Yuk altro non è che una delle sue tattiche di difesa, e Siu scopre in sala operatoria che è ancora viva... ed in lacrime.

Una spanna al di sopra di altre pellicole sulla triade di quel periodo. Importante non per l'ambientazione, ma per come sia insolito per il ruolo di Yam (abituato ad interpretare ruoli da antagonista, anche da psicopatico) che per neutralizzare la noia in alcuni punti cardine della trama. Melodramma che non smette mai di versare qualche lacrima, soprattutto quando Yam si vede il rifiuto da parte della sua ex-moglie e da sua figlia... anche dalla riva di Cecilia. Non manca all'appello la depressione, che bussa alla porta in tali scene... e anche l'azione: obbligatoria la visione della scena dello sparo pochi centimetri al di sopra della nuca di Cecilia. Entrano in campo l'ansia, il mozzafiato e la suspense per la mira del protagonista... che per un attimo inganna lo spettatore con la sua resa, e l'attimo dopo tirerà fuori la sua pistola prediletta per dividere in due la mela sopra alla sua testa. Emozioni incontenibili.

Simbolo che quando la redenzione prende il sopravvento su un capo di una triade, cose positive possono avvenire... e per la minor parte cose negative.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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