Casa a Hong Kong (Home at Hong Kong) - 1983

 
Anno: 1983
Regista: King Hoi-Lam
Casa di produzione: Golden Harvest, Paragon Films
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Andy Lau: Alan Wong
Zhu Hai-Ling: Cheung Tin-Tin
Goo Ga-Lau: Erica
Ku Feng: zio Fu
Newton Lai: Li Kin-Fei
Isabella Kau: Ah-Hung
Ng Wui: lo zio di Tin
Chui Yi: la zia di Tin
Leung Hak-Shun: direttore dell'azienda di Anderson
Wong Hung: speculatore immobiliare
Lee Chuen-Sing: formatore dei venditori di cosmetici
Diego Swing: ospite al party di Erica
Eric Berman: Anderson
Pak Sha-Lik: spettatore all'incontro di boxe abusivo
Wong Chi-Wai: lottatore all'incontro di boxe abusivo
Chan Ling-Wai: lottatore all'incontro di boxe abusivo
Pomson Shi: arbitro dell'incontro di boxe
Lui Tat: guardiano
Yat Boon-Chai: poliziotto
Luk Ying-Hong: poliziotto
Alric Ma: poliziotto
Chan Chi-Hung: direttore d'azienda

ATTENZIONE: SPOILER!

Secondo ed ultimo film della brevissima carriera cinematografica di un certo King Hoi-Lam, che dopo essere sparito nel nulla per tutto il decennio, è riapparso dietro le quinte nel 1993 come direttore della fotografia e produttore di un film ("A Wild Party") della famigerata terza categoria... per poi sparire di nuovo, ma definitivamente. Ci troviamo davanti a un giovanissimo Andy Lau, letteralmente agli albori della sua carriera (all'epoca aveva 22 anni) ed appena sbarcato sotto i riflettori del pubblico tramite una serie prodotta dalla TVB ("The Emissary") l'anno prima del film. Non mancano presenze come Isabella Kau, che l'anno prima arrivò seconda in classifica nel concorso di Miss Hong Kong... recentemente condannata per evasione fiscale.

Alan Wong è il tipico ragazzo hongkongese con il chiaro intento di tentare la scalata sociale a casa propria: scontento di lavorare come venditore in un'azienda di cosmetici, grazie all'aiuto dell'amante di un uomo d'affari straniero riesce a trovare posto all'interno di una agenzia immobiliare e si ricoprirà d'oro. Nel mentre, dalla Cina continentale una ragazza troverà rifugio al porto, grazie allo stesso Alan... ben presto dovrà fare i conti con la dura realtà dell'edilizia, che costringerà non pochi affaristi ad emigrare all'estero, cosa che Alan si rifiuterà categoricamente di fare. L'amante informerà la polizia che la ragazza è in realtà un'immigrata clandestina, cosa che costringerà sia lei che Alan a travestirsi da vietnamiti per fuggire da Hong Kong...

Satira ferocissima contro l'edilizia, qui mostrata come da sempre in acque torbide, che ragiona in base al profitto e non alla sicurezza degli immobili. Notevoli le emozioni che provano gli attori, in particolare Andy e Zhu (incluso un Ku Feng che espone, melodrammaticamente, la nostalgia per i tempi di Mao), dimostrando che bisogna lottare per inseguire i propri sogni... anche il non sapere a cosa si starà andando incontro per il sogno in questione. Istantanea dell'immigrazione in tale lembo di terra, da emarginati a sfruttati, oppure se tutto andrà bene integrati a metà nella società. Sebbene il film verso il finale diventi sempre più cupo e deprimente, rimane da vedere per come non sia cambiato quasi niente da allora... e per la sottotrama dedicata ad un aspirante pugile che verrà poi abbandonato dalla sua ragazza.


Parecchio lento nella sua esecuzione, ma alla fine il pubblico rispose bene alla denuncia politico/sociale alla Damiani: si segnalano ben 4,830,255 dollari (577.775 euro) incassati!

Altra opera che si colloca senza problemi nella New Wave del porto profumato, anche nella vostra personale videoteca.
Ci vediamo in un'altra recensione... e anche al prossimo anno, cari spettatori del blog!

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