Giganti e Giocattoli (Kyojin to Gangu) - 1958

 
Anno: 1958
Regista: Yasuzo Masumura
Casa di produzione: Daiei Studios
Paese di produzione: Giappone

CAST
Hiroshi Kawaguchi: Yosuke Nishi
Hitomi Nozoe: Kyoko Shima
Osamu Abe: pugile
Koichi Fujiyama: Tadao Yokoyama
Yoshihiro Hamaguchi: guidatore "C"
Tatsuo Hanabu: Fuyuzaki
Fujio Harumoto: Shimomura
Hisako Horigome: Miyuki Fujimoto
Hikaru Hoshi: Kurosawa
Naoyasu Ito: Nakazaki
Yunosuke Ito: Junji Harukawa
Shoji Kawashima: ingegnere
Hiroko Machida: Suzue, la moglie di Goda
Sachiko Meguro: Iwafuji
Fumiko Murata: Kiku, la madre di Kyoko
Sho Natsuki: Minami
Michiko Ono: Masami Kurahashi
Kyu Sazanka: Ryuko Higashi
Kinzo Shin: Kohei Yashiro
Tsuneko Sudo: anziana sig.ra
Yasushi Sugita: produttore
Munehiko Takada: guidatore "A"
Hideo Takamatsu: Ryuji
Toru Takami: Okkotsu
Eiichi Takamura: Akimura
Kisao Tobita: Matsutani
Masahiro Tsumura: guidatore "B"
Mantaro Ushio: Natsuki
Tetsuya Watanabe: cantante
Aiko Yamakawa: Sumiko Kikumura
Kenji Oyama: Kita

ATTENZIONE: SPOILER!

Da oggi è ufficiale: Masumura è l'Elio Petri giapponese. Spietato nella satira e divertente nel rendere meno pesante il contenuto della sua denuncia contro la società nipponica dell'epoca sul grande schermo. Girato in una Tokyo appena ritornata in auge dalle bombe degli alleati di appena un decennio prima, nel cast vanta la presenza dell'impegnatissimo caratterista Kawaguchi, che grazie a suo padre Matsutaro (scrittore e dirigente della Daiei) poté approdare al cinema e si ritirò nel 1986 dopo quasi 30 anni di carriera, per poi sfortunatamente passare a miglior vita poco dopo a causa di un cancro all'esofago; assieme alla sig.rina Nozoe (ai tempi già nota per le sue interpretazioni "innocenti" tra le fila della Shochiku), che dopo le riprese finì per davvero tra le mani di Kawaguchi: si sposarono. 

Tre aziende dolciarie (World, Giant e Apollo) sono continuamente in conflitto tra di loro, soprattutto in ambito pubblicitario. Ma tra le fila della World il pubblicista Nishi nota per puro caso la tomboy Shima, mentre sorseggiava del caffè in un bar locale: instancabile tassista dai denti sporchi che ha come unica preoccupazione i suoi girini nell'acquario. Diventerà la nuova mascotte dell'azienda e sarà il biglietto da visita delle loro martellanti campagne pubblicitarie che susciteranno non pochi dubbi all'interno della sede aziendale, tra cui la fatica nelle vendite dei dolciumi... e la sensazione di Nishi dell'avere fatto il passo più lungo della sua vita, che comporterà anche il ritiro di Shima dai riflettori della dolciaria per passare a quelle delle case discografiche...

Illustrazione più che perfetta dell'americanizzazione del Giappone nell'immediato dopoguerra: il capitale conta più di qualsiasi cosa e bisogna competere con ogni mezzo possibile. La televisione, assieme alla stampa, diventano armi efficienti per svuotare le menti degli individui che ci circondano e tramutarli in delle macchine prive di anima... facilmente manovrabili non solo dalle grandi aziende, ma anche dal potere. Come ho già anticipato poco prima, brillano sopra tutti Nozoe e Kawaguchi: rispettivamente per la sua innocenza su una scacchiera molto più grande di lei, lui per il suo volersi liberare da questa trappola (dolce), ma che alla fine si arrende e rimarrà per avere un tetto sopra la testa, nello stile di Mattia Pascal... eccezionale anche in ambito fotografico, dai colori caldi ed accesi, ma soprattutto per la sequenza dell'accendino malfunzionante che simula i ritmi veloci delle fabbriche della World, ritmi che faticano a sopportare anche gli stessi lavoratori... completa il tutto l'atmosfera (tragi)comica della pellicola, da farci rimanere con il sorriso sulle labbra, sebbene il messaggio è attuale più che mai.


Ed un sorriso va' anche alla Arrow Video, che ha recuperato questa perla...
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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