La Farfalla Vagabonda di Ginza | Incontro fra Titani: Meiko Kaji e Sonny Chiba (1972)

Cari spettatori del Sottobosco, ben ritrovati in questo nuovo (e breve) appuntamento a tema: già dal titolo avete capito bene. Il maestro delle arti marziali per antonomasia e la femme fatale per antonomasia del cinema nipponico che uniscono le loro forze per contrastare il male. Sappiamo che tutto ciò ricorda un titolo qualsiasi di un fumetto della Marvel, ma un connubio simile capita una singola volta ogni 100 anni: e merita di essere immortalato!

Regista: Kazuhiko Yamaguchi
Fotografia: Hanjiro Nakazawa
Musiche: Toshiaki Tsushima
Sceneggiatura: Isao Matsumoto, Kazuhiko Yamaguchi
Casa di produzione: Toei
Nami è una ex-detenuta che, appena dopo la sua scarcerazione, prova a guadagnarsi da vivere come hostess in un bar per ringraziare una donna che l'ha salvata in carcere. Entrambe vengono coinvolte nel piano di un boss locale che intende rilevare (con le cattive) il bar in cui lavora Nami...
Pedale fisso sul melodramma. Ma quando viene allentato verso il finale, il film verserà litri di sangue, in segno di perdono per essere stato serrato per tutta la sua durata. Trama stereotipata di un qualunque film del genere sukeban, ma qui ben contenuto dalle eccessive nudità che si sono viste con la sig.rina Sugimoto... in questo calderone spiccano sopra tutti il fratello di Tetsuya Watari (Tsunehiko Watase) che ha l'abitudine di scrivere il suo nome sul suo blazer e l'unica vera farfalla (al maschile) di Ginza: imprendibile, ma che sa' farsi cercare; e la stessa Kaji, dispostissima a qualunque cosa pur di vendicarsi dei suoi aguzzini. Koji Nanbara è la cattiveria impersonificata, che non batte ciglio per i suoi piani anche fino all'ultimo. 

Regista: Kazuhiko Yamaguchi
Fotografia: Yoshio Nakajima
Musiche: Toshiaki Tsushima
Sceneggiatura: Isao Matsumoto, Kazuhiko Yamaguchi
Casa di produzione: Toei
Nami ritorna a Tokyo per trovare l'uomo che ha tolto la vita a suo padre ben 13 anni prima, ma prima di tornarci salva la pelle di una ragazza di nome Hanae, venduta al meretricio per via di suo padre. Inconsapevolmente viene coinvolta negli affari di una yakuza che vorrebbe rafforzare la propria presenza a Ginza, ma grazie all'aiuto di Ryuji riuscirà a farsi strada a Tokyo...
E' arrivato il momento che tutti noi aspettavamo. Meiko e Sonny insieme sono come la cioccolata sulla torta: eternamente memorabili! Sebbene Meiko continua a sfotterlo e lo definisce "patetico", nel finale gli darà una mano per demolire la yakuza, ma è poca roba. Enorme citazione al filone del gioco d'azzardo con Sumiko Fuji, qui in epoca contemporanea. A differenza del primo film, qui assistiamo ad una scia di sangue che ci porterà dove ben sappiamo ed una dose massiccia di commedia isterica, lasciando quasi del tutto da parte il melodramma fitto del film precedente. E' presente anche qui Tsunehiko, ma è relegato in un cameo come lustrascarpe e nulla di più. Meiko è vagabonda e letale come al solito, ma a Sonny non gli è stato dato abbastanza spazio per espandersi in questa battaglia, nonostante sia la spalla comica e dia allegria al tono cupo del film.

In conclusione, speriamo di rivedere presto farfalle di questo tipo a Ginza... animerebbero di nuovo il cinema nipponico nella zona più rinomata della sua capitale!
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog! 

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