Il Miracolo di Umitsubame Joe (Umitsubame Jyo no Kiseki) - 1984

 
Anno: 1984
Regista: Toshiya Fujita
Casa di produzione: Mifune Productions Co. LTD, Shochiku-Fuji Company
Paese di produzione: Giappone

CAST
Saburo Tokito: Umitsubame Joe
Miwako Fujitani: Yoko Tamagi
Kentaro Shimizu: Sawai
Midori Satsuki: Michi
Yoshio Harada: Yonamine
Toshiro Mifune: pescatore
Izumi Hara: nonna nell'isola di Yonaguni
Taketoshi Naito: Nagayuki Shimabukuro
Toshiya Ito: fratello di Shimabukuro
Yoshi Kato: Kamechiyo
Mizuho Suzuki: scrittore Sawai
Kunie Tanaka: Dosegashira
Imari Tsuji: Uta, madre di Joe

ATTENZIONE: SPOILER!

Penultima opera di un regista che ha visto nascere e morire un colosso dell'industria cinematografica dal suo interno, ossia la Nikkatsu. Entrato nel 1955, lavorò come pubblicista, sceneggiatore, fotografo ed assistente alla regia fino al suo debutto nello stesso anno di quella farfalla: era il 1967 e diresse "Hiko Shonen: Hinode no Sakebi". In seguito ebbe l'occasione di dirigere due pellicole della fortunata saga del "gatto randagio" (Stray Cat Rock), dove in entrambe è presente una giovanissima Meiko Kaji... ad agosto del 1971 si fece definitivamente conoscere nel Sol Levante con "Wet Sand in August", che ebbe un buon successo sia dalla critica che dal pubblico. Anche lui finito a dirigere filmetti di serie Z, come la stessa Nikkatsu... e negli anni '80 cominciò a farsi conoscere come attore in due cult ("Zigeunerweisen" [1980] di Seijun Suzuki; "Tampopo" [1985] di Juzo Itami), fino alla sua morte nel 1997, all'età di 65 anni.

Dopo lo scioglimento di una yakuza locale, Joe Petrel (metà filippino e metà giapponese) giura vendetta contro l'autore del misfatto: difatti, una sera entra in un nightclub e lo fredda con una pallottola. Ricercato dalla polizia a livello nazionale, riesce a fuggire dal Giappone grazie ad alcune amicizie (tra cui un ex-rivoluzionario con il suo piccolo arsenale di granate e di armi da fuoco) ed approda nelle Filippine in cerca di suo padre. Giunto a Manila farà la conoscenza di un altro boss della malavita e diventerà il suo braccio destro... ma la yakuza di Okinawa vuole la testa di Joe, ed è già sulle sue tracce.

Yakuza eiga che invece di giocarsela quasi interamente sulla violenza, se la gioca in gran parte con l'avventura, regalandoci paesaggi davvero memorabili dell'arcipelago delle Ryukyu; assieme a quelli delle Filippine. Interessante anche per la piccola denuncia contro il regime di Marcos, dato che ci mostra come i metodi della sua polizia militare siano più brutali che pacifici (anticipando di quattro anni un particolare film di Eric Tsang). Azione al minimo sindacale, ma che lascia il segno. Saburo non un campione di espressività, ma se la cava davvero bene nel suo essere duro ed avere molta pazienza. Strepitoso omaggio, ma per metà sfumato, del regista al sig. Mifune... qui nel ruolo di un pescatore taciturno, ma dalla lingua tagliente. Miwako relegata al ruolo di ingénue alla Hitomi Nozoe, ma capacissima di destreggiarsi in quel sottomondo. 


Se in circolazione è disponibile il DVD del film, portatevelo a casa. Nonostante le due ore di durata, passano davvero in fretta.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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