Una Colt è il Mio Passaporto (Koruto wa Ore no Pasupooto) - 1967

 
Anno: 1967
Regista: Takashi Nomura
Casa di produzione: Nikkatsu
Paese di produzione: Giappone

CAST
Jo Shishido: Shuji Kamimura
Jerry Fujio: Shun Shiozaki
Chitose Kobayashi: Mina
Ryotaro Sugi: successore di Shimazu
Kanjuro Arashi: Shimazu
Shoki Fukae: Funaki
Eimei Esumi: Senzaki
Jun Hongo: Kaneko
Akio Miyabe: Miyoshi
Toyoko Takechi: Otatsu
Takamaru Sasaki: Otawara
Asao Uchida: Tsugawa
Zeko Nakamura: receptionist dell'appartamento
Kojiro Kusanagi: sicario
Zenji Yamada: capitano della chiatta

ATTENZIONE: SPOILER!

Trattasi dell'esito più conosciuto e più riuscito dell'intera carriera del sig. Nomura, con all'attivo ben 44 pellicole come regista, tra cui numerose in film per la TV e in due serie televisive. Si segnala che entrò a lavorare per la Nikkatsu nel 1955 e girò il suo primo film nel 1960, intitolato "Special Investigation Team No. 5", oltre ad essere una presenza fissa come attore nei films marchiati Seijun Suzuki. La Criterion lo descrisse come un "regista di spicco, stilisticamente audace" per via delle sue numerose ispirazioni ad altri registi dell'epoca: in particolare i nostrani western-spaghetti, che nel 1961 lo portano a girare "Quick Draw Joe" sempre con Shishido... e guarda caso, nel 1961 debuttò il famosissimo Sergio Leone con il peplum del colosso di Rodi. Si fece conoscere a livello internazionale già nel 1975 con le riprese del primo campionato mondiale di karate ("The Fighting Black Kings") e per le sue interviste ai suoi principali esponenti: in Italia il documentario arrivò con il nome di "The Dragon" nel 1979. Sparito dai riflettori sul finire degli anni '90, passò a miglior vita nel 2015.

Un sicario di nome Kamimura viene assunto per togliere di mezzo un avido boss della yakuza, assieme al novellino del mestiere Shiozaki. Entrambi portano a termine il loro lavoro, Kamimura sopra tutti, ma due scagnozzi della sua gang li seguono all'aeroporto di Tokyo e li costringono a perdere l'aereo per la Francia... che a loro volta vengono messi fuori gioco dallo stesso Kamimura. Saltata la copertura, decidono di rifugiarsi in un ostello su consiglio del mandante, nel mentre prepara la loro fuga in mare... e anche l'unione con la gang rivale per via del figlio del boss defunto. Minacciati nuovamente dagli uomini del boss, la cameriera Mina farà di tutto per portarli in salvo, ma sfortunatamente il novellino viene catturato e malmenato dalla banda... verrà poi liberato grazie ad un ultimo (e fatale) accordo con Kamimura, ossia un faccia a faccia tra il figlio del boss e lui stesso. Nel mentre Shiozaki e Mina saranno in mare aperto, Kamimura affronta esplosivamente la banda...

Fotografia di notevole livello e per nulla scontata, ricca di citazioni al nostrano Sergio per gli sguardi di sfida tra Shishido ed il figlio del boss defunto e all'Henri Decae di Melville per l'uso insistente delle ombre e inquadrare oggetti artistici come inferriate, porte in vetro e locations anguste. Nemmeno l'ombra di una sequenza improvvisata, tutto appositamente studiato per la sopravvivenza di Shishido ed i suoi ingegnosi trucchi per mettere fuori gioco i suoi avversari (a differenza di Jerry), come il pedale del freno nel posteriore della macchina da loro usata... e poi gettata in mare. Chitose ombrosa e coraggiosa nel suo ruolo di cameriera, che nel mentre fa' da ponte tra la banda e i due sicari, contribuendo senza sapere a salvare la vita di Shishido da un raid della banda all'ostello. Scene d'azione anche qui studiate in ogni prospettiva (vedasi lo scontro finale con la banda, in cui Shishido scava una fossa per salvarsi dall'auto degli scagnozzi per poi agganciarvi una bomba ad orologeria) e coreografate alla perfezione. Pietra miliare del sottogenere degli "hitman movies", dal quale ne prenderà spunto Murakawa sul finire degli anni '70: non a caso lo stesso Shishido lo definì il suo film preferito.


Fortunatamente è stato ripescato dalla Criterion stessa nella serie dedicata ai noir della Nikkatsu, ma sfortunatamente non in blu-ray...

Uscito nelle sale a tre mesi (4 febbraio) di distanza dal capolavoro di Suzuki (15 giugno), e ho già riassunto il tutto.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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