[Neronoir #2] Linea Nera (Kurosen Chitai) - 1960

 
Anno: 1960
Regista: Teruo Ishii
Casa di produzione: Shintoho Film Distribution Committee
Paese di produzione: Giappone

CAST
Shigeru Amachi: Koji Machida
Kyoko Katsura: Kyoko
Yoko Mihara: Maya
Toshio Hosokawa: Goro Torii
Utako Mitsuya: Misako
Jun Otomo: Yukichi Tachibana
Masayo Yoshida: Ranko Kuroki
Reiko Seto: Reiko Onuma
Daijiro Kikukawa: Namikawa
Kuniko Yamamura: Kayo
Masaru Kodaka: uomo che vende fotografie di ragazze poco vestite
Yuzo Harumi: detective Suzuki
Hiroaki Kurahashi: detective Inoue
Koichi Miya: detective Kondo
Kyoji Murayama: poliziotto
Yoko Nanbara: Emy Hamaguchi
Yuji Munakata: Joe, gangster
Shogo Itane: travestito
Kyoko Yashiro: Chiaki
Tomohiko Otani: proprietario del negozio di manichini
Junko Uozumi: Kaneko Sano
Yoji Naruto: Sabu
Masao Takamatsu: uomo anziano alla casa-barca
Hiroshi Asami: Kayoko, travestito
Hiroshi Ayukawa: manager dell'hotel
Miho Jo: cameriera
Keiko Minakami: cameriera nel night club
Seiji Hara: addetto al negozio di alimentari
Ryoji Moriyama: Taizo

ATTENZIONE: SPOILER (tinto di nero)!

Se chiedete di Teruo in Giappone, o vi guardano male o vi applaudono: perché metà della sua carriera è costellata di controversie per i suoi films appartenenti all'ero guro (erotico grottesco) e per altri filmetti a buon mercato (i riferimenti alla pinky violence e alla bikersploitation sono voluti). Definibile il Jess Franco del Sol Levante, vanta all'attivo un totale di 83 pellicole di qualsiasi genere. Il film che a breve tratterò è parte integrante della saga "Chitai", ossia quattro pellicole del genere noir girate tra il 1958 e il 1961, anno in cui la Shintoho dichiarò bancarotta. Si segnala che fu colui che fece decollare la carriera di Ken Takakura con "Abashiri Bangaichi" nel 1965, il suo più grande successo in assoluto, che porterà anche alla nascita di un'altra saga di 18 pellicole (di cui 10 dirette dallo stesso Teruo). Morto nel 2005, il suo ultimo film risale al 2001.

Il giornalista freelance Machida è prossimo a smantellare un giro di prostituzione denominato "Kurosen Chitai", ma viene incastrato dagli uomini del giro per l'omicidio di una giovane ragazza... per uscirne integro, cerca aiuto in Maya: giocatrice d'azzardo ed abile esploratrice dei night clubs squallidi in cui è costretta a lavorare.

Pensare, pensare e ancora pensare. E' l'atmosfera che si respira in tutto il film, oltre al jazz che aiuta a dare una mano a quegli ingranaggi che aiutano il protagonista a pensare: che nonostante sia stato ingiustamente macchiato di un crimine, lavora ancora per la verità. Squallore mostrato in puro stile cinéma-vérite, rappresentato anche dalle altre due co-protagoniste Kyoko e Yoko, che ci fanno un ritratto della vita notturna dell'epoca. Montaggio scorrevolissimo, fotografia colma di jump-scares e di primi piani sinistri: anticipando inconsapevolmente quelli alla Mario Bava. Incornicia il tutto l'alta tensione, che nel sottofondo ci dice che non si saprà mai come andrà a finire...


Il giornalismo investigativo meriterebbe di tornare di moda in quest'epoca... troppo squallore aleggia nelle grandi città.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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