Bollettino Cinematografico #10: Drammi nell'Est Europeo

Cari spettatori del Sottobosco, ben ritrovati in questo nuovo appuntamento del Bollettino: ci troviamo a cavallo tra il Danubio e nelle terre sacre di registi come Milos Forman e Sergiu Nicolaescu, ma anche di altri registi capaci di mettersi in concorrenza a livello internazionale. A questo giro parleremo di perle che meritano una riscoperta, incluso il regista Oldrich Lipsky, sfortunatamente passato prematuramente a miglior vita nel 1986...
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Nick Carter, Quel Pazzo Detective Americano; regia di Oldrich Lipsky, 1978.
Il celeberrimo Nick viene chiamato ad investigare a Praga su un cane scomparso e su delle piante carnivore: si trova così ad affrontare il "Giardiniere", che si pensava fosse morto anni prima in una palude.
Lunghissima sequela di risate e di gags, incorniciata dal superlativo guardaroba degli attori che dall'atmosfera novecentesca di Praga: l'odore di Cult con la C maiuscola si è diffuso anche a casa mia. Totalmente assenti i momenti di noia nella pellicola, dove al suo posto prende il sopravvento lo stupore... per via degli effetti speciali sulle piante carnivore, che tranquillamente arrivano ai livelli di Tsubaraya. Fotografia frizzante e coloratissima, montato divinamente ed interpretato molto solidamente da Michal Docolomansky che dalla sua spalla pasticciona Rudolf Hrusinsky. Un must have per gli appassionati del cinema cecoslovacco, già all'epoca colmo di sorprese.

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Dai, Gettalo in Macchina!; regia di Oldrich Lipsky, 1974.
Un ragazzo di provincia si reca a Praga per lavorare come meccanico, ma prima di partire si fa' fare un oroscopo al computer, con i suoi giorni migliori e sfortunati. Si innamora di una ragazza che pratica judo e viene braccato da degli infermieri che hanno il compito di portare in manicomio chi è in sovraccarico per via del lavoro...
Ingenuità mista a comicità, ma che qui ci mette una buona mezz'ora per gettare le fondamenta e centrare il punto. Peccato che Marta Vancurova sia presente solo per trascinare Ludek Sobota nei guai, oltre che a farci ridere in quei guai in cui si è cacciato. Il cane che porta a spasso Sobota è l'unico sano di mente, in quanto ci pensa lui a stringere sia Sobota che Vancurova ed a farli innamorare per davvero. Fotografia desaturata e movimentata, montato solidamente ed interpretazioni per nulla male.

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Incidente; regia di Sergiu Nicolaescu, 1977.
Un gruppo di amici, accidentalmente, investe una ragazzina su un auto presa in prestito: due di loro fuggono, mentre una di loro finisce in coma. Braccati dalla polizia, i due si separano e l'altro prova a valicare la frontiera...
Tratto da una storia realmente accaduta dagli archivi criminali della Militia, emana un inspiegabile ottimismo, nonostante i due protagonisti si siano macchiati di sangue. Numerosi i momenti poco convincenti, come il pugile Dan Ivanesei che viene atterrato dai colpi leggeri di George Mihaita e l'eccessiva macchinosità delle scene d'azione... ma nonostante tutto sullo sfondo è ben presente il riferimento alla delinquenza giovanile. Montaggio che lascia a desiderare (alcuni frammenti mancano), fotografia interessante ma confusionaria (tra Nicolaescu che diventa brevemente un tutt'uno con la cinepresa, l'uso costante della pioggia di notte in stile noir e il finale ricoperto di fango) e musica che rende bene l'idea del messaggio di base del film: che anche i cattivi, a volte, hanno un barlume di umanità.

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Estate con un Cowboy; regia di Ivo Novak, 1976.
Una giovane psicologa incontra per puro caso un pastore, mentre faceva pascolare le mucche vicino al lago in cui nuota. Gli piace a prima vista e cominciano a frequentarsi. Lei si occupa di uno studente di medicina egoista, in preparazione per gli esami. Lui è stato degradato a "cowboy", a seguito di un incidente avuto con un trattore, mentre era sotto effetto dell'alcool...
Romanticismo nella sua forma più pura. Spontaneità raramente riscontrabile altrove nel genere. Sceneggiatura alla Sautet, leggera ma profonda. Alterna momenti comici e seri senza alcun problema nelle interpretazioni degli attori, dove nessuno di loro scade nel banale o nel parodistico. Fotografia che rilassa particolarmente, soprattutto sulle inquadrature immerse nella campagna e nel look "provinciale" della cittadina. Montaggio nella media, sequenze kafkiane come la mucca nel cortile dello studente di medicina...

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Ancora una volta il nostro appuntamento giunge al termine, ma speriamo di rivederci presto con una delle nostre bollette più amate al di fuori dall'ENEL! Chissà se riusciremo ad abbassare i prezzi dell'energia...
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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