La Storia di un Prigioniero Dimesso (The Story of a Discharged Prisoner) - 1967

 
Anno: 1967
Regista: Patrick Lung Kong
Casa di produzione: San Aau Movie-Making Company
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Patrick Tse Yin: Lee Cheuk-Hung
Sek Kin: Boss Lung
Mak Gei: scagnozzo di Lung
Patrick Lung Kong: ispettore Lui
Chan Tsai-Chung: Anna
Wong Wai: Lee Chi-Sum
Patsy Ka Ling: Mok Si-Yan
Sai Gwa-Pau: Ah Hon
Mang Lee: Betty, la ragazza del boss
Chow Gat: amico di Lung
Do Ping: Kit
Sze-Ma Wah-Lung: capo di Chi-Sum
Ma Siu-Ying: madre
Yeung Yip-Wang: padre di Anna
Wong Hak: storpio
Hui Ying-Ying: moglie di Ah Hon
Lee Sau-Kei: zio di Anna
Chan Chung-Kin: capo del DPAS
Lee Keng-Ching: residente nel campo profughi
Chan Lap-Ban: residente nel villaggio
Go Chiu: residente nel campo profughi
Tang Cheung: guardiano notturno

ATTENZIONE: SPOILER!

E si ritorna a parlare di Lung Kong, qui all'opera nell'antenato del famosissimo "domani migliore" in una Hong Kong ancora lontana dall'essere dominata dai bullet ballets e dai gongfupian urbani, qui più rovente che mai per via delle rivolte antibritanniche e per il duello tra la Shaw e la MP&GI (poi rinominata Cathay), conclusosi con la vittoria dei fratelli Shaw a causa della morte in aereo del fondatore Loke Wan-Tho. E' da segnalare che l'anno prima fu girato il diretto antenato del filone delle girls with guns, dove lanciò la carriera di Cheng Pei-Pei (all'epoca 19enne) come la prima eroina in assoluto delle arti marziali. 

Hung, dopo avere trascorso 15 anni in prigione, viene scarcerato: la sua ragazza Betty è divenuta l'amante del boss Lung, che a sua volta perseguita Hung per farlo tornare a lavorare con lui... ma è determinato a restare fuori dal mondo della criminalità. Non volendo comunicare la notizia a suo fratello Sum, trova rifugio da Hon. Una volta che Sum scopre la verità, si rivolge a Lung per trovare un modo per ricacciare dietro alle sbarre Hung...

Eccezionale documento del genere noir che pone le basi per gli heroic bloodshed degli anni '80, immortalato molto positivamente da Lung Kong, nel quale la speranza della re-integrazione dei criminali pentiti nella società rimane accesa. Fotografia che arriva tranquillamente ai livelli del noir all'americana, con parecchie sequenze ambientate di notte e per il gioco di luci ed ombre nella sparatoria finale: completa il tutto il focus in primo piano dei personaggi. Montaggio rudimentale, trama facile da seguire e melodramma fisso sull'acceleratore che non si fa' problemi nel ritrarre il difficoltoso iter della redenzione dell'antieroe, capace di risucchiare nel suo buco nero anche un innocente come Wai. Kin esemplare nell'incarnare l'Henry Silva hongkongese, sinistro ed inespressivo, ma cinico calcolatore. Lung Kong rigetta saldamente l'antitesi del pentitismo della pellicola, tenendo nella morsa della legge Tse Yin. Peccato per gli orrori ortografici nei sottotitoli in inglese e per la pessima qualità della pellicola...


Istantanea di un'epoca perduta dove i valori la facevano da padrona...
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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