Gardenia: il Giustiziere della Mala - 1979
Anno: 1979
Regista: Domenico Paolella
Casa di produzione: Orsa Maggiore Cinematografica
Paese di produzione: Italia
CAST
Franco Califano: Gardenia
Robert Webber: Tony Caruso
Martin Balsam: don Salluzzo
Eleonora Vallone: Regina
Venantino Venantini: Nocita
Roberto Della Casa: Colombiano
Lorraine De Selle: Consuelo
Franco Diogene: amico di Gardenia
Licinia Lentini: Miriam Bella
Maria Baxa: ragazza di Gardenia
Lory Del Santo: Laura
Melissa Chimenti: Melissa
ATTENZIONE: SPOILER!
Interessante pellicola diretta da un Paolella alla fine della sua carriera cinematografica, dopo aver girato nel genere poliziottesco il duro e crudo La Polizia è Sconfitta (1977), anche nell'aver portato sul grande schermo un Franco Califano ai tempi controverso per la sua ideologia politica, vicina al Movimento Sociale Italiano.
Siamo nel 1979, in un'epoca dove il genere poliziottesco è in piena implosione su sé stesso, dato che all'epoca vari registi decisero di abbandonare il filone per dedicarsi ad altro.
Umberto Lenzi creò in questo periodo quella che considera la sua migliore pellicola del genere, e anche l'ultima in questo genere, Da Corleone a Brooklyn, con un Merli al crepuscolo della sua carriera che deve scortare un Pelligra che calza a pennello nel suo ruolo di mafioso. Abbiamo anche un Massi che girò il sempreverde Sbirro, la Tua Legge è Lenta... la Mia No!, con un Merola che non si faceva problemi a tirare due ceffoni a qualche idiota.
Oltre al genere in questione, le sceneggiate napoletane attraversavano il loro periodo di spicco grazie al fruttuoso Alfonso Brescia, che confezionò decine di pellicole con Merola, che fecero il boom di incassi nella terra natale di questo genere, Napoli.
Nella città di Roma vive il Gardenia, un rispettato ex-esponente della criminalità organizzata che mostra una certa umanità nel gestire i suoi affari. Gestisce un ristorante e una casa da gioco clandestina, e ha una donna di nome Regina. Contattato da don Salluzzo, un boss, rifiuta categoricamente di entrare nel giro della droga e di smerciarla nel suo ristorante.
A causa del suo rifiuto, entra in contrasto con Salluzzo che cercherà più volte di eliminarlo, ma con l'aiuto di alcuni amici di infanzia riesce a spuntarla alla fine.
Gardenia. Un nome, una garanzia.
L'eroe della strada con una sua filosofia di vita, una persona che era nel giro della criminalità e ne è uscita, volendo rimanere pulita, non facendosi sottomettere da nessuno, neanche da un boss della malavita. Nonostante la rapina in banca e varie sparatorie, non si vede un singolo poliziotto in tutta la pellicola, in stile Franco Prosperi (vedasi Il Commissario Verrazzano)...
L'eroe della strada con una sua filosofia di vita, una persona che era nel giro della criminalità e ne è uscita, volendo rimanere pulita, non facendosi sottomettere da nessuno, neanche da un boss della malavita. Nonostante la rapina in banca e varie sparatorie, non si vede un singolo poliziotto in tutta la pellicola, in stile Franco Prosperi (vedasi Il Commissario Verrazzano)...
Vi sono anche molti monologhi di Califano, nel quale vengono a galla che il suo amico più intimo è il suo gatto e anche la filosofia spirituale del Califfo in pieno stile romano.
Anche se la trama procede lentamente, soprattutto nel primo tempo, è pur sempre un cult imperdibile dei modi di fare alla romana, tralasciando i continui sbadigli nella visione del film.
Un poliziesco senza i poliziotti che ti lascia addosso un senso di allegria poetica in un modo indelebile, nonostante alcuni vuoti di logica.
La pellicola arrivò nei paesi anglofoni col titolo semplice di Gardenia, come già specificato nella locandina e nell'introduzione del film, per commercializzarlo più facilmente.
Uno dei pochi casi in cui il cinema insegnava di rifiutare la droga e di non farsi sottomettere da nessuno, confermando ulteriormente che il cinema italiano ha fatto scuola per molte generazioni.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!
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