Troppi Modi per Essere il Numero Uno (Too Many Ways To Be No. 1) - 1997

 
Anno: 1997
Regista: Wai Ka-Fai
Casa di produzione: Golden Harvest
Paese di produzione: Hong Kong, Cina

CAST
Lau Ching-Wan: Ah Gou
Francis Ng: Matt
Cheung Tat-Ming: Bo
Matt Chow: Kei
Cheng Cho: Big Chun
Ruby Wong: la moglie di Bo
Soong Pounh Chong: Small Chun
Carman Lee: prostituta

ATTENZIONE: SPOILER!

Enorme omaggio alla fotografia di Fallen Angels (1995), che consacrarono Wong Kar-Wai come il regista dell'amore del porto profumato. Enorme fragore tra i critici della celluloide dentro e al di fuori di Hong Kong. Pietra miliare dell'appena creata Milkyway Image, fondata un anno prima da Johnnie To (uno dei degni eredi del noir alla Jean-Pierre Melville) e dal suo braccio destro Wai Ka-Fai, che qui getterà le basi della sua filmografia: il tono cupo ed intellettuale al di fuori dalle solite commedie e dalle arti marziali urbane. 


Il gangster da quattro soldi Ah-Gou riceve due offerte di lavoro che potrebbero cambiare la sua vita: la prima è concludere un affare su delle auto rubate nella Cina continentale; la seconda è un omicidio su commissione a Taiwan nei confronti di un mafioso. Scelte difficili, ma alla fine entrambe porteranno a dei risultati violenti e fatali per il protagonista.



Se avete qualche amico interessato ai gangster movies al di fuori degli USA, questa pellicola consideratela come un introduzione al genere nel porto profumato. A metà strada tra l'allegria e la tristezza, è una spirale infinita di emozioni e di colpi di scena: la fotografia alla Christopher Doyle di Fallen Angels influisce molto su tali caratteristiche, assieme al sapiente uso dei colori e degli obiettivi, tra cui due scene girate al contrario e una sparatoria girata interamente al buio. Un'ambientazione in questo sottomondo, guidato dal denaro e dalla vendetta, rende bene l'idea sui films neo-noir alla Melville... e tale ambientazione per alcuni è sembrata come un'allegoria sul passaggio di Hong Kong alla Cina, cosa che confermo pienamente, dati i numerosi riferimenti politici.

Un altro elemento base della compagnia è il basso incasso delle sue pellicole ai botteghini, che in questo caso faticano ad arrivare alla cifra di This Man is Dangerous (1985): ben 3,154,303 dollari (358.409 euro).

Incredibilmente divertente, ed eccezionalmente pessimistico. Ingredienti che garantiscono la nascita di una pellicola di culto.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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