La Quadrilogia del Lungo Braccio della Legge (Long Arm of the Law) | 1984-1990

Carissimi spettatori del Sottobosco, benvenuti in questo speciale a tema natalizio.
Se vi stavate chiedendo se anche a Hong Kong riuscirono a girare del thriller a sfondo politico, il risultato è stato sublime, anzi: si sono assicurati un posto nell'olimpo dei cult movies! E se parliamo del cinema di culto, è obbligatorio citare due nomi noti nei triad movies e nel poliziesco... Johnny Mak e suo fratello Michael Mak.
Il primo già si fece conoscere in ambito televisivo per alcune serie televisive dagli ascolti piuttosto alti per la ATV (l'attuale Asia Television), tanto da essere stato promosso a direttore di produzione nel 1977. Nel 1981 lascia la televisione per fondare la sua casa cinematografica, e riesce a produrre alcune opere della New Wave hongkongese come il confusionario "Crimson Street" (1982) e l'horror di "Possessed" (1983), inclusi i melodramma artigianali di Taylor Wong, come "The Truth" (1988) ed il primissimo film di Hong Kong a finire nella terza categoria, "Sentenced to Hang" (1989). Nel 1991 produce il lunghissimo triad movie "To Be Number One" ed ebbe talmente tanto successo da divenire il film dell'anno agli HKFA. A causa del declino dell'industria del cinema hongkongese, la casa produsse il suo ultimo film nel 1993 e lo stesso regista lascia definitivamente il cinema nel 1997 con "The Island of Greed": prodotto, scritto e presentato per suo fratello Michael: che aveva militato come regista nella casa di Johnny, debuttando alla regia con "Happy Sixteen" (1982). Anche lui lascia il cinema come regista nel 2001 con "Asian Charlie's Angels": ma si ritira definitivamente nel 2007, producendo "Twin Mission" e pianificando "Summer's Tail" a Taiwan.
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Long Arm of the Law; regia di Johnny Mak, 1984.
Un gruppo di criminali della Cina continentale fugge a Hong Kong per tentare il colpo del secolo. Vengono scoperti e la polizia è sulle loro tracce, grazie a un infiltrato.
Evitate di visionarlo a Natale per via della sua sfortunata tempistica, poiché di sangue ce ne sarà in abbondanza... eccezionale documento sull'ormai sparita città murata di Kowloon, sicuro rifugio di tutto il sottomondo hongkongese per evitare ad ogni costo la presenza della polizia. Uno dei triad movies più brutali mai girati, soprattutto per i metodi di esecuzione usati da Lam Wai: che anticiperà il ruolo di Elvis Tsui per i seguenti tre capitoli, sguardo d'acciaio e poco raccomandabile. Effetti speciali capaci di demolire ancora oggi quelli hollywoodiani, fotografia alla Melville con l'uso prolungato delle ombre e del rosso in tali ombre che preannuncerà il futuro nefasto dei protagonisti, montato discretamente e indimenticabile nella scena d'azione finale... dove una pioggia di proiettili affollerà la città murata. E vogliamo parlare della scena in cui Lam viene circondato dalle pistole, dal quale un certo Ringo Lam prenderà ispirazione per girare la scena finale del suo film nel 1987?

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Long Arm of the Law II; regia di Michael Mak, 1987.
La polizia di Hong Kong assolda tre poliziotti, fuggiti dalla Cina continentale, come informatori per poter continuare a vivere legalmente nella ex-colonia britannica. Si infiltreranno da immigrati clandestini nella potente organizzazione che causa le ondate di criminalità a Hong Kong.
Secondo capitolo che punta il tutto sulla fotografia, paragonabile a quella di Besson, ma qui al servizio dei personaggi. Inalterata la brutalità del primo, ma girato con uno stile che raramente si può riscontrare altrove: la sequenza dove Kirk Wong le prende dal trio, la rocambolesca fuga di Yuen Yat-Choh all'aeroporto. Il tutto con un montaggio spettacolare e con una coreografia scorrevolissima, accompagnati da una colonna sonora grintosa e priva di paura per il sangue che in seguito verseranno tutti e tre, perfetta per un noir grazie all'uso prorompente del sassofono. C'è bisogno di recensire anche gli effetti speciali, qui al massimo dello splatter? 

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Long Arm of the Law III; regia di Michael Mak, 1989.
Un ex-soldato cinese, ingiustamente accusato di rapina e condannato a morte, fugge a Hong Kong ed è costretto a lavorare in una banda di criminali per ritrovare la donna da lui amata e rapita da loro.
Michael alza la posta in gioco con la presenza del sempre affidabile Andy Lau, qui disposto a tutto pur di uscirne indenne da quel mondo putrefatto assieme alla sua ragazza Elizabeth Lee, lei perseguitata da un viscido Kirk e lui da un Elvis più vendicativo e spinto che mai. Rispetto ai precedenti due capitoli, si raggiunge un livello qualitativo in ambito fotografico e nelle sequenze d'azione degno della New Wave: abili giochi di controluce incorniciati da dei neon che accendono la notte della metropoli, coreografie al cardiopalma firmate dal Leung Siu-Hung che nel 1994 girerà il cult di "Satin Steel" con Jade Leung, senza contare il tocco melodrammatico della colonna sonora sul rapporto tra Andy ed Elizabeth... incluse delle citazioni italo-americane nei cibi che loro mangiano. Definitivamente il film più riuscito della quadrilogia, completo sia nella trama che a livello tecnico, con interpretazioni poliedriche da quasi tutto il cast.

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Long Arm of the Law IV: Underground Express; regia di Michael Mak, 1990.
A seguito dei fatti di Piazza Tienanmen, un gruppo di mercenari ha intenzione di portare in salvo tre attiviste pro-democrazia da un'ambasciata: verranno braccati dall'esercito e verranno perseguitati anche a Hong Kong da militari sotto copertura.
Amara e tagliente conclusione di una saga che ha visto frapporsi le diatribe immigratorie/giudiziarie della Cina di Xiaoping e della Hong Kong britannica. Sconsigliata la visione a chi è politicizzato, dati i numerosi contrasti tra la diplomazia cinese e britannica in un universo alternativo dove è stato infranto il patto omonimo del 1984. Elvis in piena forma assieme al trio diplomatico, in delle coreografie che riescono a ricalcare quelle del secondo capitolo, ma non più di tanto. Musica che riesce senza problemi a coinvolgerci nella storia anche grazie alle sue note simil-militaresche, assieme alla fotografia che riutilizza fortemente le ombre e il controluce visti in tutta la saga. 

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Noi ovviamente speriamo in un Natale privo di sangue e di proiettili, ed in più un mio augurio per un felice Natale agli attori che hanno preso parte a questa leggendaria saga, dove anche loro festeggeranno il tutto da veterani del cinema :)
Grazie per averci seguito anche nel 2023, carissimi spettatori e non!
Come da tradizione del blog, ci vediamo in un'altra recensione! 

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