"Seibu Keisatsu" (1979-84) | Il poliziesco d'azione alla giapponese
Cari spettatori del Sottobosco, ben ritrovati a questo nuovo appuntamento ancora a tema giapponese: se noi avevamo il poliziottesco, loro avevano il police drama.
Siamo alla fine dei turbolenti e ruggenti anni '70, in Italia si respirava ancora quel clima di insicurezza sociale (in molti richiedevano il porto d'armi, poiché la fiducia nei confronti della polizia era ai minimi storici) e nel resto del continente europeo l'aria era pressoché la stessa. La Germania era appena uscita, stremata, dal suo autunno del 1977... in Francia avevano appena gettato le fondamenta di un'organizzazione che in futuro diventerà la Action Directe.
Diversamente fu il Sol Levante, che aprì il decennio con il suicidio in diretta televisiva di Yukio Mishima il 25 novembre del 1970 e anche dai progressivi cali di ascolti a causa della televisione, che rubava spettatori dalle sale di proiezione (1.200.000.000 di persone nel 1960, ma nel 1980 il pubblico si era ridotto a ben 200.000.000).
Ed è proprio dalla televisione che qualcuno penserà a salvare il declino del cinema nipponico. Ha un nome: Keiichi Ozawa. Creatore del detective drama più longevo della storia nipponica (Taiyo ni Hoero!, 1971-86) e del predecessore della "Polizia Occidentale" (Daitokai, 1976-79). Quasi immediatamente si presentarono all'appello attori veterani come Tetsuya Watari, già noto per essere stato il "vagabondo di Tokyo" (Tokyo Nagaremono) nell'omonimo film di Seijun Suzuki nel 1966, nonché abile cantante. Sfortunatamente passato a miglior vita nel 2020, all'età di 78 anni. Come braccio destro, si è fatto avanti anche l'Elvis Presley nipponico: Yujiro Ishihara. Anche lui cantante e fondatore della Ishihara Promotions, che già nel 1968 sfornò un capolavoro dedicato alle "sabbie di Kurobe" (Kurobe no Taiyo)... dove debuttò come attore uno sconosciuto Akira Terao, che nello show diventerà noto per il suo indossare quasi sempre degli occhiali da sole, nello stesso stile di Watari. Non è una squadra al completo se manca un reparto dedicato alle moto... e per il ruolo si è fatto avanti Hiroshi Tachi, ex-capo della band rock Cools e tentato sostituto della trilogia di Shohei Narumi. Conclusa la serie, diventerà il Toshiki Takayama di "Abunai Deka" e divenne nuovamente popolare.
Chi furono gli sponsor della serie?
Dato che già in "Daitokai" le tasche della Ishihara hanno cominciato a svuotarsi di parecchio per le scene d'azione, qui ci troviamo davanti a un dispiegamento di mezzi senza precedenti nella storia della casa.
Numerosi gli sponsor, tutti acquisiti alla velocità di uno Shinkansen.
- Nissan Motor Corporation, che come in "Daitokai", fornivano i veicoli a loro disposizione: arrivavano direttamente dalla fabbrica di Yokohama con degli appositi camion che pubblicizzavano la serie;
- Tokyu Group, per le pubblicità affisse nei luoghi in cui giravano la serie, sia per product placement e per incentivare l'uso degli aerei dagli stessi giapponesi con la TOA Domestic Airlines;
- Daiei, una catena di supermercati che insieme alla Lawson contribuivano alle aperture di diversi episodi, spesso con dei criminali in fuga a bordo di motociclette;
- Autobacs, praticamente la Norauto giapponese, che appare diverse volte nello show per la fornitura dei pezzi di ricambio per la moto di Tachi, oppure potevano essere usati come scena del crimine in alcuni episodi;
- Yaesu per le radio installate nelle vetture della squadra di Watari;
- Suzuki Motor Corporation per le moto che le vetture, un po' per indicare che anche loro non si sono tirati indietro;
- Toshiba per le strumentazioni delle vetture, tra cui monitor e orologi analogici;
- Aero Asahi per gli elicotteri;
- Idemitsu Kosan per la benzina fornita alle vetture della squadra, anche per le scene esplosive;
- Minagi Kotsu per i taxi, addirittura finiti sotto attacco da diversi criminali.
Per quanto andò in onda la serie?
5 anni in totale. 238 puntate in 3 stagioni, dall'ottobre del 1979 all'ottobre del 1984. 54 minuti per ogni episodio. Il successo fu talmente vasto che solo nella zona del Kanto gli ascolti erano quasi sempre al 14,5%. Il 31 ottobre del 2004 uscì uno speciale di due ore, in occasione del 17° anniversario della morte di Yujiro (passato a miglior vita il 17 luglio del 1987 per un tumore al fegato).
Quanto esplosivo fu usato per le scene d'azione?
4,8 tonnellate contro ben 320 edifici, anch'essi distrutti. Incredibilmente non ci fu nessun morto durante le riprese, ma si registrarono solo sei feriti tra lo staff e il cast.
Che veicoli utilizzava la squadra?
E' uno dei punti focali su cui si fonda la serie. La Nissan fornì una vasta gamma di veicoli, sia per la polizia che per gli antagonisti. Spesso vedrete in circolazione Laurel, Gloria, Cedric e anche diverse Skyline nella squadra. La produzione demoliva spesso le serie 230 e 330 della Cedric, ma avevano ordini severi nell'evitare qualunque tipo di danneggiamento sulle auto di pattuglia della serie 430. Dalla squadra di Watari emergono delle chicche ancora oggi preservate dalla Ishihara Promotions:
- Nissan Fairlady Z (S130), alias Super Z, l'auto principalmente usata dal tenente Daimon;
- Nissan Skyline (R30) 2000 Turbo RS, alias Machine RS-1 (rappresentata a sinistra), RS-2 e RS-3.
- Nissan Skyline (C211) 2000 Turbo GT-E, alias Machine X, anch'essa usata da Daimon;
- Nissan Safari, SUV tramutato in un veicolo antisommossa (munito di cannoni ad acqua);
- Nissan Gazelle, trasformata artigianalmente in una decappottabile dalla Ishihara, usata principalmente dal detective Kogure (Yujiro Ishihara).
Incluse due motociclette, principalmente usate da Hatomura (Hiroshi Tachi):
- Suzuki GSX-1000S Katana, alias Black Katana;
- la stessa Suzuki, ma adattata allo stile café racer e con l'alias di Katana-R.
Conclusioni
Si può considerare un caso alla "Gone in 60 Seconds" (1974), elevato a cult movie negli USA, ma quasi sconosciuto all'estero. Lo stesso in Giappone. Quel poco che arrivò al di fuori da tale nazione furono i vinili con la colonna sonora della serie, diversi modellini fabbricati dalla Tomica e il rilascio dello speciale del 2004. Con la nascita di Internet, arrivarono finalmente i DVD e speriamo anche i blu-ray... ed alla fine arriverà il giorno in cui sbarcheranno in Italia serie di successo come la già citata "Daitokai" e anche una serie praticamente sconosciuta come "Tokuso Saizensen" (1977-87). E forse quel giorno è più vicino di quanto penso.
Come sempre, carissimi amici: ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!
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