Ninna Nanna della Terra (Daichi no Komoriuta) - 1976

 
Anno: 1976
Regista: Yasuzo Masumura
Casa di produzione: Kimura Productions
Paese di produzione: Giappone

CAST
Mieko Harada: Rin
Natsuko Kahara: nonna di Rin
Meiko Kaji: giovane ragazza
Shigeo Kato: Seisuke
Mihoko Nakagawa: Asa
Eiji Okada: evangelista
Yusuke Kato: Shohei
Kinuyo Tanaka: contadino

ATTENZIONE: SPOILER!

Masumura ci riconferma ancora una volta di essere uno dei registi giapponesi più importanti del secondo dopoguerra: allievo di maestri come Fellini, Antonioni e Luchino, prese spunto da loro e fece conoscere anche lui al pubblico nipponico il nostrano neorealismo (cosa che già fece Giuliana Stramigioli nel 1948 con la sua compagnia di distribuzione "Italifilm", che fece conoscere in Italia il "Rashomon" di Kurosawa) con opere senza tempo come "Giganti e Giocattoli" (1958) e "L'Auto di Prova Nera" (1962). Qui assistiamo al decollo definitivo della carriera appena cominciata di Harada, che qui vinse ben tre premi per "miglior attrice" e per "migliore nuova attrice". Presenti nel cast una Meiko al punto più alto della sua carriera (apparve nello stesso anno nel "Yakuza Graveyard" di Fukasaku) e un Okada invecchiato bene dalla sua collaborazione con Resnais... 

Monte Ishizuchi, 1932: l'orfana Rin, a seguito della morte di sua nonna, viene trascinata a sua insaputa nel mondo della prostituzione. Giunta sull'isola di Mitarai, avrà a che fare con il carattere irascibile del proprietario del bordello e per sfuggire alle sue punizioni sanguinolente impara a remare per trasportare le prostitute sulle barche dei pescatori ed a lavorare fino allo sfinimento... umiliata e picchiata nuovamente dagli abitanti del luogo, conoscerà un evangelista che riuscirà a portarla via dall'isola.

Sebbene in molti avranno visionato la pellicola solo per il cameo di Meiko (che appare per 2 minuti in tutto il film) e di Okada, l'interpretazione di Harada raggiunge una vetta tale di finezza che difficilmente replicherà altrove. Non è Harada che interpreta il personaggio, è il personaggio che interpreta lei: un guazzabuglio di emozioni che incarna l'innocente anima di Rin, corrotta da un mondo brutale e disonesto, nonché popolato da persone losche... incorniciato da una fotografia che usa frequentemente il controluce e le ombre. Interessante il guardaroba degli attori, soprattutto i kimono e gli yukata di Harada, un caleidoscopio di colori. Per nulla male il montaggio, dove riesce a farci capire che il film è un flashback di cosa è avvenuto alla nostra protagonista, che durante la storia continua a camminare ed a giungere in numerosi templi, sin dal suo ritorno da quell'isola. Il messaggio di base ci fa' intendere tutto questo come un avvertimento ai giovani dell'epoca, che possono venire trascinati a loro insaputa in delle spirali senza fine... tutt'oggi immutato.


Se avete intenzione di tagliarvi i capelli, fatevelo fare da chi ha esperienza... rischiate di rovinare il vostro bel viso.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog!

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