Mark Colpisce Ancora - 1976

Anno: 1976
Regista: Stelvio Massi
Casa di produzione: Produzioni Atlas Consorziate
Paese di produzione: Italia

CAST
Franco Gasparri: agente Mark Patti
John Saxon: ispettore Altman
Marcella Michelangeli: Olga Kuber
Giampiero Albertini: commissario Mantelli
John Steiner: Paul Henkel
Paul Muller: ispettore austriaco
Malisa Longo: Isa, la stilista
Andrea Aureli: Pappardato, ispettore dell'antiterrorismo

ATTENZIONE: SPOILER!

Il terzo e ultimo film di Franco Gasparri, notabile per la sua marmorea espressione dovuta alla posa per i fotoromanzi dell'epoca, ma stavolta nei panni di un poliziotto, piuttosto che di un commissario, e stavolta si ritrova a fare da informatore segreto in un'organizzazione terroristica che opera tra Roma e Vienna, tra l'Interpol e la polizia italiana.

Siamo nel 1976, in un'epoca dove il cinema italiano vide toccare l'apice delle produzioni del filone poliziottesco. In questo anno, molti registi si cimentano in questo genere, creando sia capolavori che porcherie inguardabili, ma il destino può essere stato sia favorevole che negativo verso di loro. Vediamo un Lenzi impegnato in Roma a Mano Armata, dove appare per la prima volta il Gobbo; Il Trucido e lo Sbirro, dove appare per la prima volta il ladruncolo buono e astuto del Monnezza, è solo che Maurizio Merli appare nella prima, ma nella seconda Tomas viene perseguitato da Pino Colizzi.
Per il successo di questo filone, Alberto De Martino sbarca in Canada per girare Una Magnum Special per Tony Saitta, un thriller guardabile tutt'oggi. Massi, l'autore di questa pellicola e del resto della trilogia, giunta alla sua conclusione, crea anche il semplice La Legge Violenta della Squadra Anticrimine, con un John Saxon alla caccia di Lee J. Cobb, nello stesso modo di Terzi contro Benzi. Fernando Di Leo prova a mischiare il poliziesco con la commedia, con I Padroni della Città. Marino Girolami termina la trilogia del commissario Betti con il capolavoro di tutto il filone, Italia a Mano Armata.

L'agente Mark Patti deve inserirsi in una banda di terroristi attiva tra Roma e Vienna, per scoprire di più sulle persone che militano in questa banda, ma cambia il programma quando viene catturato da due terroristi.
Ma la procedura rimane la stessa, perché Henkel e la Kube sono solo persone che ricevono istruzioni da un'autorità superiore.
Contrariamente al consiglio del suo superiore Montelli, Mark vuole rimanere sul caso e indagare per conto proprio. La sua missione lo porta da Roma a Vienna, a Milano e infine in Germania, accompagnato da esecuzioni, bombardamenti, tradimenti e rapimenti.


L'ultima apparizione di Franco Gasparri nei panni di Mark, ma con un cognome diverso, con dei capelli ricci e con un accento romano, per nulla riconducibile al Terzi dei due films recensiti prima. La cosa più interessante del film è uno stralcio non doppiato presente solo nella versione inglese; quella che veniva considerata una teoria "rossa" nel 1976, vale a dire che molti attacchi terroristici erano in realtà operazioni di intelligence americane che volevano impedire l'elezione di un governo di sinistra in Italia. Questo dialogo tra Gasparri e Saxon è stato rimosso nella versione internazionale del film. Notevole che un regista apolitico come Stelvio Massi si inoltrasse in questo campo, solo per pochi secondi. Patti approfondisce le attività di un comune terrorista, e con il notevole aumento di violenza gratuita, armi da fuoco e molte altre scene di tensione (dal portare un cadavere attraverso il traffico cittadino e il massacro di uomini d'affari in un agglomerato di torri), Patti ne esce miracolato. La parte più involontaria del film è quando due ladri di borse su un ciclomotore rubano una borsa dei terroristi, che contiene una bomba ed esplode un minuto dopo...


Il film passò nei paesi anglofoni copiando alla pari il titolo italiano: Mark Strikes Again, oppure con il più tedioso The .44 Specialist. In Francia arrivò col titolo di Agent Très Spécial 44.

Questa trilogia è da considerarsi conclusa.
E' stata una bella avventura vedere ed assaporare l'idolo delle ragazze italiane dell'epoca, che sfortunatamente ebbe un fatale incidente con la sua Kawasaki 900 nel 1980, rimanendo paralizzato, interrompendo prematuramente la sua carriera di attore.
Morì nel 1999, a causa di una improvvisa crisi respiratoria.
Qui le sue ultime parole nell'unica intervista concessa anni dopo l'incidente con la sua Kawasaki. Veramente, una grande perdita per il cinema italiano.
Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del blog! Più oggettivo di prima :)

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